L'addio di Gad Lerner a Repubblica aveva fatto parecchio rumore. Ed è destinato a far parlare anche l'ultimo annuncio del giornalista, che ha deciso di lasciare pure il Fatto quotidiano, con cui collaborava da 5 anni.
Una firma pesante e prestigiosa, la sua, ma forse non troppo in sintonia con la linea imposta dal direttore Marco Travaglio, che pure ringrazia "per la libertà di cui ho goduto". Ma soprattutto in politica estera le loro idee non collimavano. E non è un dettaglio di poco conto in cui anche la politica interna e le polemiche e polemicucce italiane vengono inevitabilmente condizionate da quanto accade a Washington, Bruxelles, Mosca e Pechino. Insomma: dopo non aver gradito la direzione di Maurizio Molinari, Gad ha finito con il perdere entusiasmo anche per Travaglio.
Gad Lerner, "Meloni fascistella per fare rima". Altro attacco a Otto e mezzo
"Oggi il ministro della Cultura Giuli dice che tra i contestatori della premier Giorgia Meloni c'è una r..."Voglio ringraziare i colleghi della redazione per questi cinque anni trascorsi insieme - sono le parole con cui Lerner ha annunciato il suo commiato -. Negli ultimi tempi ho sentito crescere la mia distanza dalla linea del giornale, soprattutto per l'indulgenza – a mio parere – mostrata di fronte all'ascesa delle destre nazionaliste e fascistoidi: da Trump a Putin fino a casa nostra. Ciò non diminuisce di una virgola il mio apprezzamento per l'indipendenza del giornale e per la sua capacità di dare notizie scomode. Ho ringraziato il direttore per la libertà di cui ho goduto e vi saluto tutti con affetto".
Tradotto: il Fatto, per i gusti di Lerner, è un po' troppo di destra, meloniano, trumpiano, perfino putiniano. Si apre ora la corsa al toto-testata: dove andrà a scrivere Gad? Le alternative, va detto, non mancano: da La Stampa a Il Domani del suo ex editore Carlo De Benedetti, fino all'Huffington Post, i quotidiani vicini al Pd e dai toni euro-lirici non mancano di certo.