Figlia di una grande sovrana come Maria Teresa e sorella del massimo campione del dispotismo illuminato Giuseppe II, Maria Antonietta è passata alla storia con l’immagine di colei che con le sue spese folli provocò la Rivoluzione Francese. Una immagine che da viva sarebbe stata soprattutto di burla, dall’aneddoto in realtà falso secondo cui alla osservazione che il popolo protestava perché non aveva pane avrebbe risposto «e allora perché non mangiano brioches?»; alla storia del ministro delle Finanze a cui aveva chiesto che pensava di una sua festa e che avrebbe risposto «impagabile Maestà, veramente impagabile». Soprannominata “Madame Deficit” o “l’Austriaca”, in realtà poi nella memoria il ridicolo viene molto sfumata per la tragicità della sua morte sulla ghigliottina, e per la dignità e coraggio con cui la affrontò.
Ma Maria Antonietta non è stata solo questa. Dal 20 settembre al 22 marzo 2026, il Victoria and Albert Museum di Londra le dedicherà una mostra con 250 pezzi originali e contemporanei che si chiamerà «Marie Antoinette Style», e che appunta vuole ricordare come la sfortunata sovrana abbia però lasciato una grossa eredità nella moda, nell’arte, nel design e nel cinema. Per due decenni, infatti, non solo fu regina di Francia, ma trasformò radicalmente il mondo della moda e del design del XVIII secolo, lasciando un segno che ancora oggi affascina stilisti e pubblico di tutto il mondo.
Il suo stile inconfondibile, caratterizzato da abiti pastello, parrucche monumentali, gioielli abbaglianti e arredi dorati, ridefinì lo splendore reale della Reggia di Versailles. Lì, colori vivaci, arazzi lussuosi e dettagli rococò segnarono una nuova era di grandezza alla corte francese. Anche se, appunto, al costo di contribuire allo sfascio delle finanze e al clima che portò alla presa della Bastiglia, anche se gli storici seri avvertono che il suo ruolo fu sì appariscente, ma nella sostanza marginale. Gli sfarzi a Versailles erano iniziati con il Re Sole, e la grande botta finale al bilancio lo diede il finanziamento della pur vittoriosa guerra per appoggiare i rivoluzionari americani.
Nella mostra, oltre ai quadri dell’epoca saranno esposti frammenti di abiti di corte, pantofole di seta, gioielli, perfino una bottiglia di acqua di colonia proveniente dalla sua collezione personale. Il museo ricreerà persino le fragranze di corte e il profumo preferito della regina, offrendo un’esperienza olfattiva immersiva. Al di là della sua epoca, stilisti Art Déco come Erté e George Barbier hanno cercato di catturare la stravaganza del suo stile, mentre case di alta moda contemporanee come Vivienne Westwood, Moschino, Dior, Chanel e Valentino hanno reinterpretato la sua stravaganza sulle passerelle. Un esempio notevole è la sfilata di Moschino alla Milano Fashion Week 2020, dove una modella indossava un abito rococò rosa, una parrucca incipriata e jeans, abbinati a una borsa firmata, evocando la fusione tra passato e presente.
Anche il cinema e la musica hanno contribuito a mantenere viva l’immagine della regina. La mostra dedica uno spazio speciale al film del 2006 di Sofia Coppola, Marie Antoinette, che ha vinto l’Oscar per i migliori costumi. Saranno esposti costumi e scarpe disegnati da Manolo Blahnik per il film, insieme ad altri costumi, foto e video musicali che evidenziano l’influenza della regina sul grande schermo e sul palcoscenico. Manolo Blahnik, anzi, è lo sponsor dell’evento. Secondo la curatrice Sarah Grant, «essendo la regina più alla moda, più indagata e controversa della storia, il nome di Maria Antonietta evoca visioni di eccessi, così come oggetti e interni di grande bellezza». La Grant sottolinea che la mostra esplora lo stile della regina e la sua figura centrale attraverso una selezione di squisiti oggetti che le appartenevano, insieme a pezzi decorativi e opere d'arte ispirate alla sua eredità.
L’ascesa al trono di Maria Antonietta, nel 1774, segnò infatti una svolta nella corte francese. In contrasto con la palette di colori sobria predominante all’epoca, i suoi abiti leggeri e fluenti si distinguevano tanto per le loro silhouette quanto per i colori vivaci e i dettagli meticolosi: pizzi, fiocchi e volant. La regina rese popolari stili che privilegiavano la comodità, come la Robe à la Polonaise, riconoscibile dal corpetto aderente e dalla gonna arricciata in tre sbuffi, e la Robe à L'anglaise, in cui il corpetto aderente si prolunga in una gonna ampia con uno spacco che rivela una sopragonna. Uno dei ritratti più celebri della regina, dipinto da Élisabeth-Louise Vigée Le Brun nel 1783, la mostra elegantemente vestita di blu con una rosa in mano. Quest’opera, Ritratto di Maria Antonietta con una rosa, sarà esposta in mostra, permettendo ai visitatori di ammirare l’immagine che ha immortalato lo stile della monarca.