Riecco Francesca Albanese, la relatrice speciale delle Nazioni Unite sui Territori palestinesi occupati, alla quale la pace tra Israele e Hamas, benedetta da Donald Trump, è andata di traverso. «La chiamano pace, ma per i palestinesi rischia di trasformarsi in apartheid nella sua forma peggiore. Tutti gli occhi devono rimanere puntati sulla Palestina. Popoli del mondo, non distogliete lo sguardo ora. Come ci ricorda l’eredità di Nelson Mandela, nessuno è libero finché tutti non sono liberi», ha scritto su X. Fosse per lei la guerra dovrebbe durare all’infinito: sia mai di restare a corto di argomenti per proseguire la polemica politica contro il governo italiano, gli Stati Uniti e Netanyahu... Poi, intervistata da Radio Crc, ha spiegato che «la pace è necessaria per tutti, sia per i palestinesi che per gli israeliani, ma dobbiamo renderci conto che, chi conosce la storia della Palestina, sa che la parola “pace” è accompagnata da una fragilità oncologica dove il “cessate il fuoco” è marcato da continui fuoco su Gaza».
E ancora: «La pace vorrà dire che verrà posto fine ai bombardamenti che hanno devastato la Striscia di Gaza dove fino ad adesso si è abbattuta la quinta guerra nella storia che adesso si può definire senza dubbio genocida poiché è stata mirata ad annientare i palestinesi». Albanese ha anche caricato a testa bassa contro Incoronata Boccia, direttrice dell’ufficio stampa della Rai, deconstentualizzando le sue parole sui crimini israeliani a Gaza: «Quali prove possiede la direttrice per negare i crimini israeliani a Gaza contraddicendo l’enormità di prove raccolte da Onu, Amnesty International, Forensic Architecture e dozzine di altri esperti? La propaganda pro genocidio va indagata e punita».
Gaza, liberato un pedofilo e stupratore: la sinistra esulta
Una delle prime cose che ha fatto Alon Ohe dopo la sua liberazione è stata sedersi al pianoforte e suonare. Sebbe...Un attacco frontale che ha provocato la reazione dell’Unirai, il sindacato dei giornalisti della tv di Stato: «Gravissime le dichiarazioni pubbliche e i toni intimidatori con cui la relatrice Onu ha invocato punizioni e indagini contro una giornalista del servizio pubblico solo per aver espresso un pensiero critico. Un metodo inaccettabile, di sapore brigatista, che rievoca tempi bui e rappresenta un pericolo concreto per la libertà di stampa e per la sicurezza personale della collega». Intanto, la rossa Bologna rivendica la volontà di concedere la cittadinanza onoraria ad Albanese. Il vicesindaco Emily Clancy ha spiegato che «è probabile che l’attacco a Francesca Albanese sia molto più violento anche in quanto donna».