Negli ultimi mesi di guerra il giustificazionismo del 7 ottobre si è manifestato in modo sfacciato. Non serviva neppure ricorrere a un giro di parole, alla patina del pensiero forbito: si inizia a parlare diffusamente di «resistenza», di «data da celebrare». Si pensi agli indegni vessilli dalle frange pro-Pal in corteo. Parimenti - mentre lo stigma colpiva i pochi che non ricorrevano con disinvoltura al termine «genocidio» - in tv si affacciava un giustificazionismo del 7 ottobre meno poliedrico, dunque più orribile. Il pogrom come inevitabile carneficina. Fenomeno inquietante di fronte a cui restava - all’ospite, al conduttore - almeno la possibilità di eccepire. Il punto è che dopo la pace, precaria quanto volete, pare essere interdetta anche la possibilità di eccepire. Forse per tenere alta l’attenzione, forse perché una “pax” trumpiana, indigeribile, legittimerebbe l’estremizzazione dell’aberrazione. Di certo c’è solo che si tratta di orrore in purezza: si assiste inermi al revisionismo televisivo della carneficina compiuta da Hamas.
Prendiamo ciò che è successo giovedì sera da Corrado Formigli, a PiazzaPulita. In studio Maya Issa, leader del Movimento Studenti Palestinesi, 25 anni, nata in Italia, figlia di profughi palestinesi. Alle spalle una corposo repertorio giustificazionista: nel novembre 2023 (il pogrom storia recentissima) riferendosi ad Hamas spiegava che «è umano vendicarsi». All’epoca però non lo diceva in tv. E qualcuno eccepiva. Ora la ritroviamo in prima serata su La7. «Quando si parla del 7 ottobre spesso si vuole attribuire le colpe ad Hamas. Invece le responsabilità non sono di Hamas, ma della comunità internazionale che non ha fatto nulla per impedirlo», conciona con enfasi che tradisce una certa ingenuità (la banalità del male). «Se ai palestinesi venivano dati (sic, ndr) gli stessi diritti che hanno i cittadini in Israele non ci sarebbe mai stato un 7 Ottobre. La condizione dei palestinesi che vivono a Gaza è catastrofica sin da prima del 7 ottobre. Quando viene detto che Gaza viene amministrata da Hamas è una menzogna: Israele controlla gli ingressi via cielo, terra e mare». Ergo esecuzioni sommarie, smembramenti, bimbi bruciati, seni affettati e il resto del campionario demoniaco, semplicemente, pareggerebbero i piatti della bilancia. In studio c’è anche Mauro Mazza: «Questo giustifica il 7 ottobre?».
PiazzaPulita, "il 7 Ottobre lo comprendo". E Formigli muto: La7-choc
Il 7 ottobre non è colpa di Hamas. A dirlo, lasciando di stucco i presenti in studio, è Maya Issa, l'a...«Io non giustifico il 7 ottobre, ma lo comprendo, che è una questione ben diversa», ribatte Maya. Ma l’applicazione del dispositivo verbale «comprendo ma non condivido» di fronte al pogrom è una degenerazione inaccettabile. O meglio, lo era. In collegamento c’è Emanuele Fiano, ebreo, critico con Netanyahu. E scuote la testa, così come la scuote un politico per marcare le distanze dalla fazione opposta. Non è un’accusa a Fiano: è una descrizione dell’orribile stato delle cose di cui lui stesso è vittima. Scuotere la testa pare il massimo di cui disporre per dissentire senza correre il rischio di essere etichettato come “complice del genocidio”.
Se Fiano, urlando, si fosse strappato la camicia per la rabbia non avrebbe avuto un briciolo di torto E Formigli? Di fronte a Maya e al «comprendo il 7 Ottobre» neppure scuote il capo. Ma prende la parola: «Maya, calma...». Eccepisce? No. «L'ipotesi di uno stato binazionale può sembrare particolarmente utopistica, ma ce l'ha anche lo storico israeliano Ilan Pappè». Tutto in cavalleria, il giustificazionismo del 7 Ottobre è sdoganato. Silenti ad ascoltare il verbo di Maya, secondo cui «bisogna avere uno stato unico in cui possano convivere ebrei, arabi e cristiani». D'altronde, puntella Formigli, lo pensa anche Pappè...