Ospite a DìMartedì, il programma di approfondimento politico di La7 condotto da Giovanni Floris, Paolo Mieli ha parlato del passato, presente e futuro dell'Europa. Secondo l'editorialista del Corriere della Sera, il 21esimo secolo potrebbe essere quello dell'Ue. Ma a una condizione: il Vecchio Continente deve smarcarsi dal Nuovo e non deve sottomettersi a Cina e Russia.
"Non possiamo più considerare l'Occidente a trazione Stati Uniti - ha spiegato Mieli -. E può essere un bene per l'Ue. Se l'Europa è costretta a fare da sé e poi si ridurrà nei Paesi che si accingono a fare da sé e riprendono un filo che è nella loro storia millenaria può darsi che riusciamo a vedere un miglioramento. Noi dobbiamo credere in noi stessi, nell'Europa e in quello che rimarrà perché non rimarrà un'Europa così smisurata e sfaccendata come adesso. Rimarrà un'Europa con un nucleo duro e una identità forte".
DiMartedì, Floris demolito da FdI a ridosso della puntata: la cannonata
Sempre la stessa storia. Su La7 si ripete parola per parola lo slogan urlato dalla sinistra in tutto questo 2025. Second...Mieli ha poi commentato l'incontro a Palazzo Chigi tra Meloni e Zelensky. Secondo lui "è stato doveroso per rimanere al passo coi tempi: tempi di cui però è impossibile prevedere il futuro. Doveroso per non essere rimasta indietro rispetto alla coalizione dei volenterosi. Quindi doveroso, ma indietro. Diciamoci la verità: c'è da parte di Giorgia Meloni - ed è legittimo - credere ancora che convenga tenere ancora una pedina nel campo di Trump e distinguersi dagli europei che potrebbero fare una mattanza. Ma secondo me è un insieme talmente confuso che è un gioco troppo complicato. Io farei una cosa più semplice".




