Un benefattore, uno che svela al mondo le verità che il complotto sionista vuole tenere nascoste, secondo i palestinesi in Italia, i flotilleros e i suoi amici nei partiti di sinistra. Un amico e finanziatore dei tagliagole di Hamas, addirittura uno di loro, secondo le autorità di sicurezza statunitensi e israeliane, e adesso anche italiane. Mohammad Mahmoud Ahmad Han noun, nato in Giordania il 15 giugno del 1962 e tuttora cittadino giordano, residente a Genova da quarant’anni, teoricamente architetto, il confine tra la carità ai bambini palestinesi e la complicità coni terroristi l’ha varcato da tempo. Anche per gli inquirenti italiani: le indagini sudi lui si sono accumulate, e se l’arresto e la sua identificazione come «vertice della cellula italiana» di Hamas sono avvenuti solo ieri è perché prima bisognava “mappare” la sua rete di contatti. Anche lui sapeva che mancava poco, e per questo stava preparando la fuga in Turchia.
Era l’ottobre del 2024 quando il dipartimento del Tesoro statunitense annunciò di avere identificato «tre individui e un ente di beneficenza fittizio che sono importanti sostenitori finanziari internazionali di Hamas». Il primo della lista era lui, Hannoun, «un membro di Hamas residente in Italia che ha fondato l’Associazione benefica di solidarietà con il popolo palestinese (Abspp), una finta organizzazione caritatevole in Italia che, apparentemente, raccoglie fondi per scopi umanitari, ma in realtà contribuisce a finanziare l’ala militare di Hamas». In qualità di dirigente di questa associazione, proseguiva il documento di Washington, «Hannoun ha inviato denaro a organizzazioni controllate da Hamas almeno dal 2018. Ha sollecitato finanziamenti per Hamas insieme ad alti esponenti dell’organizzazione e ha trasferito almeno 4 milioni di dollari a Hamas nell’arco di dieci anni».
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Non è un caso che sia di Pina Picierno la prima voce del Partito democratico a commentare l'arresto di Mohamm...Lui rispose sdegnato. «Ho sempre destinato i soldi raccolti in Italia a chi ne ha bisogno, a orfani e famiglie, non a militari. Lo sanno le autorità italiane e lo sanno gli israeliani. Non ho mai finanziato Hamas», disse in un’intervista a Repubblica. Aggiunse che «Hamas rappresenta un partito che è stato democraticamente votato dal popolo palestinese, mentre condanno quegli appartenenti ad Hamas che commettono atti di terrorismo».
Certo, poi dipende da cosa uno intende con quella parola lì, «terrorismo». Lo scorso ottobre, durante una manifestazione pro-Pal a Milano, una delle tante cui ha partecipato per portare solidarietà a Gaza e alla Flotilla, Hannoun ha glorificato le uccisioni, da parte di Hamas, dei palestinesi che avevano denunciato i macellai islamici. Ha spiegato che «tutte le rivoluzioni del mondo hanno le loro leggi» e dunque «i collaborazionisti vanno uccisi», rimediando così una denuncia per istigazione alla violenza e un foglio di via dalla questura di Milano.
Il secondo, dopo quello ricevuto nel 2024 per aver elogiato i razzisti che in Olanda avevano aggredito i tifosi israeliani giunti lì per la partita tra l’Ajax e il Maccabi di Tel Aviv: «Mandiamo un applauso ai giovani di Amsterdam». Gli israeliani lo hanno seguito a lungo, passo dopo passo. Due anni fa, una fonte del governo di Gerusalemme spiegò ad alcune testate, tra cui Libero, che Hannoun in Italia era al centro della Da‘wa, la rete di proselitismo e reclutamento tramite entità formalmente legittime. Moschee, ong, enti caritatevoli e altre strutture civili usate per diffondere l’ideologia di Hamas e supportarne le attività terroristiche.
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«Noi ci sacrifichiamo coni soldi e il tempo, ma loro con il sangue». Oltre 7 milioni di euro raccolti in Ita...«Abbiamo combattuto il sistema della Da‘wa all’incirca dal 2008», spiegò la fonte. «All’epoca individuammo più di cinquanta enti caritatevoli in tutto il mondo, riuniti sotto il nome di “Union of Good”». Il ramo italiano di “Union of Good” era l’Abspp, fondata proprio da Hannoun, presidente anche di molte altre associazioni, tra cui “Europeans for al-Quds” e l’Api, l’Associazione palestinesi in Italia: titoli che gli consentivano di essere invitato in parlamento da Pd e Cinque Stelle.
L’Abspp operava tramite conti bancari in istituti italiani, come UniCredit, Crédit Agricole e Poste Italiane, e quando uno di questi conti veniva chiuso perché si riteneva fosse usato per riciclaggio o in seguito a segnalazione delle autorità israeliane, Hannoun ne apriva uno nuovo altrove.
«Hannoun è un estremista, un terrorista», avvertì la fonte in tempi non sospetti, quando il presidente dell’Api era trattato con simpatia da politici, quotidiani e talk show. «I suoi legami con Hamas sono noti. È stato filmato con Ismail Haniyeh e con Khaled Mashal», capi dell’organizzazione terroristica. «E il sistema della Da‘wa in Italia è pericoloso», proseguì il racconto, «perché da un lato finanzia le attività di Hamas, ma dall’altro investe nell’incitamento e nell’odio, e questo può creare problemi non solo a noi israeliani, ma anche a voi».
È proprio così che è andata. L’uomo per la cui associazione Alessandro Di Battista faceva da testimonial, che era ricevuto dal sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano, che la deputata grillina Stefania Ascari invitava a parlare alla Camera e il senatore grillino Gianluca Ferrara ringraziava «per averci raccontato fatti che la stampa internazionale volutamente nasconde», il benefattore che è apparso sorridente nell’ufficio di Laura Boldrini e ha diviso il palco con Francesca Albanese, ora appare identico a quello che gli israeliani dipingevano anni fa. La buona notizia è che l’attesa è servita, il raccolto degli inquirenti e delle forze dell’ordine non sarebbe stato così abbondante se l’avessero preso prima.




