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Massimiliano Fedriga, i segreti del trionfo del leghista silenzioso

Francesco Specchia
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Occhio alle foto. Il Fedriga Massimiliano, nelle foto storiche della Lega con l’ampollina sull’argine del Po, era sempre quello defilato, gracile, nell’ombra padana, in fondo a destra. Un po’ veronese un po’ triestino, classe ’80, amministratore di territorio nel dna nonostante le esperienze parlamentari, Fedriga oggi è emerso prepotente dalle elezioni del Friuli Venezia Giulia come un fiume carsico. E, con quella sua educazione d’antàn e l’espressione sdrucita che richiama il commesso viaggiatore di Arthur Miller, Fedriga è riuscito a riscuotere un consenso – al momento in cui scriviamo - che è del 64%, e che l’ha confermato Presidente della sua regione. Che, se ci pensate, è un risultato mostruoso. Specie considerando le briciole lasciate agli avversari. A lui, infatti, seguono Moretuzzo (centrosinistra-M5s) col 28,4%, Tripoli (Insieme liberi) col 4,7%, Maran (Azione-Iv-+Europa) col 2,7%.

 

 

 

Dati che attestano una vittoria inequivocabile. E così, con quell’espressione sofferta, tomo tomo cacchio cacchio, il Massimiliano sta dettando la linea della Lega all’elettorato (tutt’altro che a lui inviso, come predicavano nemici e menagrami, esterni ed interni) del centrodestra, dopo aver dettato con gli altri «governatori del nord» la linea di Draghi alla Lega di Salvini. Ma questo avveniva un secolo fa. Indicato proprio assieme a Zaia come il «leghista dal volto umano» quando il Carroccio digrignava i denti della secessione, oggi Fedriga, tomo tomo cacchio cacchio, è il furlano ecumenico. Ha spazzato ogni avversario creando una propria lista parallela a quella ufficiale della Lega in puro stile Zaia; e si gusta gli abbracci del leader Salvini, gli applausi della Meloni e i sorrisoni del Berlusca che ora ne esalta la griffe da autentico liberale.

 

 

 

NESSUNA SORPRESA

Ma non si può dire che tutto questo tripudio sia una sorpresa. Semmai la sorpresa sta nei numeri plebiscitari. Ma già l’ultima tornata elettorale del Friuli era stata contrassegnata da un miracolo. Fedriga aveva conquistato Gorizia, la Omaha Beach del centrodestra. Poi c’era stato il rombo di tuono di Monfalcone, la “Stalingrado del nordest” dove, storicamente i militanti in stile rifondarolo e molto Fiom anni ’70 in confronto ai votanti autoctoni, un tempo, sarebbero apparsi come placidi democristiani. Altro colpo di lombi era arrivato da Tolmezzo, il Comune più importante della Carnia. Idem ad Aviano dove i due contendenti di centrodestra insieme superarono il 65%. Per non dire dalla strabiliante tenuta di Trieste, dove, il sindaco Roberto Di Piazza rese al mondo un'idea granitica del centrodestra. Di chi era il merito di tutto questo? Certo del «Presidente», il cui gradimento presso gli elettori si aggirava sempre attorno al 65-70%; e che le classifiche Swg e Sole24 certificano sempre tra i primi tre governatori italiani (gli altri sono Zaia e il fu Bonaccini). Fedriga come tutti i friulani scolpisce le parole nella pietra carsica. Per dire. Ai tempi della pandemia, Salvini che prima un po’ titillava il dissenso verso il certificato verde, ascoltandone l’eloquio spigo loso, cominciò a riposizionarsi; e il risultato fu una chiusura totale ai No Vax e l’eliminazione dei loro più feroci sostenitori all’interno della Lega.

 

 

 

Fedriga oggi si conferma la forza tranquilla della Lega istituzionale che ha il suo faro in Giorgetti e che, comunque, ritiene Salvini il leader inscalfibile. Il governatore è uno sgobbone. Laureato in Scienza della Comunicazione a Trieste, masterizzato in marketing, profondo conoscitore del mondo industriale del nord est, è rispettoso della militanza; ed è per puro spirito di servizio che accettò la prima candidatura a governatore del Friuli Venezia Giulia, ottenendo un successo annunciato. Lo fece e lo fa- attraverso due/tre ideuzze chiare (difesa del territorio e blocco dei clandestini alla frontiera, lotta accanita contro le violenze sessuali, sviluppo dell’export in chiave europea) che si possono condividere o no ma ci sono. Ora ci ha preso gusto. Da neo Presidente à sta blindando, nel ri spetto dei diritti, una Regione che qualche italiano " ha ancora difficoltà a trovare sulla carta geografica.... 

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