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Il disco di Monti e Passera"Vediamo fine della crisi"Rifatevi lenti e occhiali

Il premier e il suo ministro dello Sviluppo mandano segnali positivi. Ma pochi giorni fa la Fornero aveva parlato di "autunno difficile"

Matteo Legnani
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Deve essere l'ordine di scuderia per la fine dell'estate/ inizio dell'autunno. Dopo Mario Monti, anche Corrado Passera dice di vedere "la fine della crisi" all'orizzonte. Il ministro dello Sviluppo economico lo dice al Meeting di Comunione e liberazione in corso a Rimini, dove il giorno prima 8domenica) era intervenuto il suo "capo" Monti. Il quale aveva esaltato l'azione del governo e dato un'immagine incoraggiante della attuale situazione italiana: "Io parlo quasi ogni giorno di crisi italiana e europea - continua - ma oggi vorrei chiedermi se siamo davvero in crisi. Un anno fa lo pensavamo meno di oggi, ma credo lo fossimo di più, perchè non era ancora avvenuto nel nostro pensare individuale e collettivo un balzo che in questo periodo ci ha fatto ragionare più approfonditamente sulla condizione dell'Italia e su cosa va fatto e può essere fatto". E oggi, rimarca, la fine della crisi è un momento che per certi versi vedo avvicinarsi". Passera, oggi, gli ha quasi fatto il verso.  “Sì, l'uscita dalla crisi la   vedo. Dipenderà molto da quello che riusciremo a fare”. E ha posto il dito contro il recupero di produttività e il peso fiscale oggi sulle spalle di aziende e cittadini italiani (incassando così il plauso della Lega). Unanimi le reazioni delle opposizioni parlamentari e dei sindacati, a partire dal leader della Cgil Angeletti, il quale ha definito "assolutamente ingiustificato" l'ottimismo di Passera e Monti e ha ripetuto che l'autunno che è alle porte sarà "per nulla piacevole". D'altra parte, solo pochi giorni fa, era stato il ministro del Lavoro Elsa Fornero, appena prima di andare in ferie, a parlare di "autunno difficile" e che "a rischio" sono "lavoro e industria". Forse, allora, l'oerdine di scuderia impartito dal Prof Monti, non era ancora partito. E le parole della ministra qualche fondamento ce l'hanno: nei primi otto mesi dell'anno, il paese è stato in recessione col Pil a -0,8%; la disoccupazione sfiora il 10% con quella giovanile intorno alla soglia del 30%; i consumi, secondo i dati di Concommercio, sono scesi a quelli della fine degli anni '70; e il debito pubblico, a giugno, ha sfiorato la fatidica soglia dei duemila miliardi di euro (1.972,9). Possibile che in un'Italia così, la fine della crisi sia all'orizzonte, come dicono Passera&Monti? 

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