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La Polverini si dimette ma non molla la politica

Eliana Giusto
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Il giorno dopo le dimissioni da governatrice della Regione Lazio Renata Polverini non smette di farsi sentire. Sui manifesti che ha fatto affiggere per le strade di Roma si vede la sua faccia, la sua firma e la scritta: "Ora facciamo pulizia. Questa gente la mando a casa io". Una promessa che suona come una minaccia ma che significa che lei non mollerà, lei camminerà sempre a testa alta. Magari anche in Parlamento.  Perché questa è una ipotesi che la ormai ex governatrice del Lazio non esclude. Lo dice a chiare lettere a Sky tg24: "Io candidata per il Parlamento? Ci stiamo riflettendo, una decisione poi la prenderemo. Sicuramente non mi ricandido nel Lazio, è un'esperienza che considero finita. Magari torno a fare vita privata...". Sicuramente, come il Laziogate e Franco Fiorito dimostrano, "c'è un problema di selezione di classe dirigente del Pdl e della politica in generale". Purtroppo, ha proseguito la Polverini "i comportamenti immorali ai danni di questa regione ci sono sempre stati. Comportamenti non morali e non etici. In questi giorni siamo disponibili a far vedere che ostriche e champagne venivano degustate già prima del mio arrivo, e poi io ho cercato di ripristinare la sana norma che la giunta andasse a mangiare a mensa".  Ma la Polverini ne ha per tutti. Per Bersani che farebbe meglio a riflettere sul caso Lusi prima di parlare, e per l'opposizione in Regione. "Non ho accettato che alcuni consiglieri di opposizione, 13 dei quali appartenenti a ex giunte, gridavano allo scandalo immorale. Questa giunta non ha avuto comportamenti immorali, è qualcosa che si è consumato in Consiglio. La giunta esce pulita, non ha commesso alcuna colpa tantomeno reati".  Tanto che persino Berlusconi, "mi ha sempre incoraggiato non solo ad andare avanti, ma a decidere quello che ritenevo più giusto per i miei comportamenti e la onorabilità di questa istituzione". 

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