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Legge elettorale, il sondaggione: preferenze sì o no? Votate qui

La Maglie: "Non sarà un nome sulla scheda a cambiare le cose". Bechis: "Lo scandalo Fiorito non ci deve fare paura, bisogna restituire la scelta agli italiani"

Giulio Bucchi
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Preferenze sì, preferenze no. Evitare i casi Minetti e i casi Fiorito, favorire la governabilità, ridare voce agli elettori. In questi giorni, e nei prossimi, si fa un gran parlare della riforma della legge elettorale. Argomento tosto, complicato, che piace tanto a tecnici, politologi e capi di partito ma che gli italiani considerano roba da Casta. In realtà da un buon sistema elettorale può dipendere, oltre che la tenuta di un esecutivo, anche la rappresentanza, la trasparenza, in definitva la garanzia di una buona politica. Sabato Franco Bechis chiedeva di non farsi condizionare dallo scandalo di Franco Fiorito e dalle ruberie di Regionopoli. Restituire un minimo di scelta ai cittadini è cosa buona e giusta e può tener lontano dal potere qualcuno che dalla politica vuole solo guadagni personali. Su Libero in edicola oggi, domenica 14 ottobre, gli risponde Maria Giovanna Maglie. Quella delle preferenze è posizione eticamente condivisibile, ma concretamente ingenuotta. Così come non erano il male della Prima Repubblica e né il Mattarellum né il Porcellum sono stati il toccasana per questa disastrata Italia: "Mettere un nome sulla scheda - scrive la Maglie - non cambierà le cose". Voi come la pensate? Votate il sondaggio di Liberoquotidiano.it. Preferenze sì o no? Votate il sondaggio Franco Bechis: Preferenze, ecco perché sì Maria Giovanna Maglie: Preferenze, ecco perché no  

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