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La giornata di gioia ed estasidegli sciacalli manettari

Antonio Di Pietro

La notizia della condanna del Cav esalta Di Pietro esulta, ma il premio della "manetta d'oro" lo vince Rosy Bindi. Il Pd ostenta superiorità

Andrea Tempestini
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di Marco Gorra Giornata estasiante per i manettari di ogni ordine e grado. La notizia della condanna in primo grado a quattro anni di reclusione per Silvio Berlusconi ha mandato in brodo di giuggiole i nemici del Cavaliere. Tanta la gioia che alcuni hanno fatto il passo più lungo della gamba. Come quelli del Popolo viola che, immaginando di bissare la fiumana di persone riversatasi nel novembre scorso davanti al Quirinale per festeggiare le dimissioni di Berlusconi, convocano un brindisi collettivo alla Galleria Colonna di Roma, davanti a Palazzo Chigi. Ma - complice anche il brutto tempo e il primo freddo - la chiamata cade nel vuoto. All'appuntamento non risponde praticamente nessuno, e quello che doveva essere un happening oceanico si risolve in una mesta bicchierata per pochi intimi, confusi tra i turisti e i volontari di Greenpeace che danno via gli opuscoli. Sul versante politico, a vincere la manetta d'oro è Rosy Bindi. «Inquieta che un imprenditore condannato a quattro anni per evasione fiscale sia stato a lungo presidente del Consiglio», dice la presidente del Partito Democratico. Ed attira su di sé gli strali del centrodestra, con Fabrizio Cicchitto che parla di parole «al di là della decenza» e di «settarismo che ha fatto   del bipolarismo italiano una versione di guerra civile fredda». Per il resto, ordinaria amministrazione. Il Pd ostenta superiorità (Pier Luigi Bersani in visita a Tolosa glissa sull'argomento mentre Dario Franceschini si trincera dietro il classico «le sentenze si rispettano e non si commentano»), mentre Tonino Di Pietro rispolvera i grandi classici: «Nonostante tutte le leggi ad personam che Berlusconi si è fatto e nonostante la continua delegittimazione e denigrazione dei magistrati», sostiene l'ex pm, «la verità è venuta a galla e da oggi gli italiani possono prendere atto che una sentenza di primo grado considera Berlusconi un delinquente». i nemici.   

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