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Spiazzati i ribelli del Pdl: volevano chiedergli di rinunciare alla candidatura

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Con l'appello a tutti i moderati e l'apertura a Monti, Berlusconi stoppa le polemiche interne al partito in Italia e in Europa

Matteo Legnani
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E pensare che, nel pomeriggio, si era diffusa voce di un comunicato in cui il Pdl intendeva chiedere un passo indietro a Silvio Berlusconi.  E che il pressing sul Cavaliere fosse altissimo. E che fosse anche già pronta una nota, un comunicato stampa, il cui succo in estrema sintesi era questo: "Grazie Silvio per tutto quello che hai fatto, ma ora il partito e il Paese non hanno bisogno di te". Il ragionamento era semplice: se Mario Monti scendesse in campo, come pare sempre più probabile, e il Cavaliere si rendesse conto che il suo partito segue il Professore e non lui, il passo indietro sarebbe quasi inevitabile (anche Enrico Mentana, su Twitter, ha confermato in toto l'indiscrezione: "Silivo può ritirare la candidatura").  Il tutto mentre anche a Bruxelles, da giorni, si sono fatte sempre maggiori le prese di distanza (guidate dal capogruppo Mario Mauro) nei confronti di una candidatura di Berlusconi a premier. Ebbene, con la conferenza stampa da vespa, il Cavaliere ha spiazzato tutti: aprendo a una grande coalizione dei moderati e persino a una investitura di mario Monti a premier espresso da quella coalizione in caso di vittoria. Condizione, quella di un "rassemblement" (come piace chiamarlo a Silvio) delle forze moderate (Pdl, ex An, centristi vari) che lo spingerebbe a un passo indietro: da candidato premier a peader della coalizione.

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