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Sondaggio TgLa7: coalizione centrosinistra al 37,9%, moderati per Monti al 25,1%

Mario Monti

Andrea Tempestini
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  Si complicano gli scenari politici, e di pari passo si complicano i sondaggi del TgLa7 di Enrico Mentana. O meglio, i sondaggi cambiano faccia. Nell'ultima rilevazione, al campione è stato chiesto per chi avrebbe votato alla luce delle ultime evoluzioni politiche, che hanno reso possibile e plausibile la cosiddetta aggregazione dei moderati in sostegno di Mario Monti. Il verdetto è pesante. La coalizione di centrosinistra (Pd, Sel, Psi) viene quotata al 37,9%, mentre i moderati per Monti (in cui ci sarebbero Pdl, Udc, Montezemolo e Fli tra le forze principali) si fermano al 25,1 per cento. Il Professore non basta: la sua candidatura, secondo il sondaggio di Mentana, consegnerebbe il Paese alla sinistra. In questa rilevazione, i partiti di destra anti-Monti (da Storace agli ex del Pdl, tra i quali c'è Ignazio La Russa, freschissimo di scissione), vengono dati al 5,2 per cento.  Crescono Lega e Grillo - Nello scenario che vede un'aggregazione in sostegno del Professore, crescerebbero i consensi del Movimento 5 Stelle, che salirebbe al 18,6%, come crescerebbero i consensi della Lega Nord, quotata al 6,1 per cento. Semplice la lettura del dato politico: se la principale offerta elettorale fosse quella del blocco di sinistra contrapposto a quello pro-Monti, ne guadagnerebbero in termini di consensi i movimenti di rottura, i non allineati (né con Monti, né con la sinistra). Quindi, in ordine sparso, la sinistra (Federazione della Sinistra, Verdi e Idv) si fermerebbe al 4%, gli altri partiti al 3,1%, gli indecisi al 13,4% e le schede bianche al 3 per cento. I partiti, senza Monti - Nel sondaggio del lunedì di Mentana c'è spazio anche per la rilevazione "tradizionale": a prescindere dalla possibile lista dei moderati, si chiede al campione per chi voterebbe. In testa sempre il Pd, che sale dello 0,7% al 32,9% (un consenso rubato quasi per intero a Sel di Vendola, che scende dello 0,6% al 5,1 per cento). Il Pdl viene dato al 16%, in calo dello 0,3%, mentre la Lega viene quotata al 5,8%, in calo di 0,6 punti percentuali. Gli azzurri pagano l'apertura a Monti, mentre il Carroccio sconta l'ipotesi sempre più concreta di una nuova alleanza con il Pdl (senza Monti), sgradita dalla base. Il secondo partito, stando alla rilevazione, resterebbe il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, in calo di 0,5% dopo le ultime "eupurazioni" e quotato al 16,6% (2 punti percentuali in meno rispetto allo scenario che prevede la lista dei moderati per Monti). Al centro l'Udc guadagna lo 0,5% e sale al 4,4%, mentre la lista Montezemolo cresce dello 0,4% al 3 per cento. Continua il calo dell'Idv, che perde altri 0,2 punti percentuali e passa all'1,4%, mentre la Federazione della Sinistra perde lo 0,3% e viene quotata all'1,9 per cento. Elezione diretta del premier - C'è infine un ultimo dato proposto dal TgLa7. Al campione è stata sottoposta una domanda tranchant: nel caso in cui possiate votare per l'elezione diretta del premier, chi scegliereste tra Mario Monti e Pier Luigi Bersani? Netto il vantaggio del Professore, per il quale si è schierato il 37% del campione. Il segretario del Partito Democfratico è staccato di quasi 5 punti, al 32,4 per cento. La fetta di coloro che non sceglierebbero nessuno dei due è del 19,7%, mentre chi non ha voluto indicare una preferenza è pari al 10,9 per cento.  

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