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Candidato alle europee: la corsa a ostacoli di Silvio tra Cassazione, Severino e Tar

Per il cav settimana decisiva: da martedì i giudici decidono sull'interdizione dai pubblici uffici

Matteo Legnani
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Quella che si apre domani, lunedì 17 marzo, sarà una settimana-chiave per il futuro politico di Silvio Berlusconi. A partire da martedì 18 marzo è infatti attesa la decisione della Cassazione sulla sua interdizione dai pubblici uffici come pena accessoria a quella che l'ha visto condannato a quattro anni (tre dei quali condonati) nel processo per frode fiscale sui diritti Mediaset. L'eventuale ritorno in campo del Cavaliere è bloccato infatti da ben due dispositivi: l'interdizione (per tre anni) e la legge Severino (che lo rende incandidabile fino al 2019). Ora, se la cassazione riterrà legittima la pena accessoriaa della interdizione, le speranze del Cavaliere di potersi candidare alle prossime elezioni europee del 25maggio (con le liste da chiudere entro il 16 aprile) saranno praticamente nulle. Ma se la cassazione dovesse pronunciarsi nella direzione opposta, Berlusconi si troverebbe ad avere tra se e una candidatura a Strasburgo (e quindi la possibilità di fare campagna elettorale da assoluto protagonista) "solo" la legge Severino, contro la quale ha già presentato ricorso alla Corte europea dei diritti dell'uomo. E a questo punto, a Berlusconi si aprirebbe il seguente percorso, volendo il leader di Forza Italia (come più volte dichiarato) candidarsi per le elezioni del 25 maggio: Il 15-16 prile Forza Italia lo presenta come capolista nelle 5 circorscrizioni italiane; entro il 23 aprile, davanti alle ordinanze di dieniegodella candidatura di Berlusconi emesse dai 5 uffici elettorali circoscrizionali(Milano, Venezia, Roma, Napoli e Palermo), i legali di FI promuovono davanti al Tar o in Cassazione il ricorso contro l'ordinanza che esclude il Cav dalle liste; Se e quando i giudici dovessero sollevare una questione di costituzionalità sulla legge Severino, sospendendo l'ordinanza che lo esclude dalle liste elettorali, Berlusconi potrebbe insistere nel candidarsi; se però la Consulta dovesse poi dargli torto, il Cav si vedrebbe cancellati ex post i suoi voti di preferenza (non quelli di lista).

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