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Berlusconi interdetto, tentazione Renzi: andare a votare entro 2 anni

Giulio Bucchi
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Con Silvio Berlusconi interdetto dai pubblici uffici per i prossimi due anni, la Cassazione potrebbe aver fatto un grosso regalo a Matteo Renzi e un bello sgambetto ad Angelino Alfano. Le prospettive che si aprono in seguito alla sentenza della terza sezione della Suprema Corte sul processo Mediaset, anche se in qualche modo attesa, sono molteplici. Innanzitutto, una bella tegola per il Cavaliere che rischia di vedere compromessa la già flebile speranza di candidarsi alle elezioni europee del prossimo maggio. Il già decaduto senatore e leader di Forza Italia tenterà la carta del ricorso alla Corte di Strasburgo contro la sentenza di condanna dello scorso agosto, ma anche qui la strada è in salita.  Le armi di Renzi - Letta in chiave politica, la sentenza può stuzzicare la tentazione del premier di tornare alle urne prima di questi due anni, magari già entro la fine del 2015. Il perché è presto detto. Renzi ha davanti a sé un programma di riforme serrato, con scadenze precise ma rischiose. Potrebbe centrare tutti gli obiettivi, e in quel caso avrebbe l'interesse a terminare la legislatura (fino al 2018) o comunque ad andare avanti il più possibile. Ma se qualcosa andrà storto, magari per colpa di una maggioranza litigiosa, potrebbe a buon diritto agitare lo spettro del ritorno alle urne. Da una parte, per spaventare la fronda del Pd in Parlamento: chi e quanti dei ribelli potrebbe finire nelle liste elettorali? Come dire: o fate come dico io, o andate a casa. Se questa minaccia non funzionasse, Renzi avrebbe comunque il coltello dalla parte del manico: quel che manca al premier, al di là della visibilità mediatica e del consenso "a bocce ferme", è finora il riconoscimento elettorale. La sfida con Grillo - Arrivato a Palazzo Chigi con una manovra da Prima repubblica, il segretario democratico smania per ricevere la "legittimazione popolare". Che in caso di elezioni entro i prossimi due anni sarebbe quasi scontata: senza Berlusconi, l'unico rivale vero sarebbe un Movimento 5 Stelle chiamato ad esprimere un candidato premier che non sarà Grillo perché pure lui incandidabile (Di Maio? Di Battista?). Sarebbe, in quel caso, un derby tra politica e anti-politica. Renzi annuserebbe un mezzo plebiscito. Alfano al bivio - E Alfano? Qui si torna al concetto dei ribelli Pd: sarà pronto il Nuovo Centrodestra ad affrontare la prova delle urne e, magari, a raccogliere l'eredità del Cav e di Forza Italia (Fabrizio Cicchitto ha subito espresso "solidarietà" a Berlusconi...)? Oppure preferirà restare nell'ombra ancora per qualche tempo? In questo caso, Alfano sarebbe costretto ad accettare la linea Renzi su tutti i fronti. E qui si torna alla casella iniziale: in questo gioco delle carte, oggi Renzi sembra poter vincere sempre. di Claudio Brigliadori

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