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Legge elettorale, Renzi ai Cinque Stelle: "Sì alle preferenze, ma indispensabile la governabilità"

Nicoletta Orlandi Posti
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Ha preso il via a Montecitorio l'incontro tra la delegazione del Movimento 5 Stelle e quella del Pd sul tema delle riforme e a sorpresa seduto al tavolo c'è Matteo Renzi. La decisione di partecipare all'incontro sulle riforme il premier l'aveva presa già da tempo, ma ha preferito tenere le carte coperte e fare una piccola sorpresa ai grillini, come raccontano fonti autorevoli del partito. E siccome anche la forma può essere sostanza, anche la composizione dell'intera delegazione Pd per l'incontro ha un suo significato. Infatti, i dem si presentano con due donne e due uomini (Renzi, Speranza, Moretti e Serracchiani), mentre la delegazione M5S è solo al maschile. In più c'è l'elemento Moretti, voluta da Renzi perchè appena eletta alle europee e anche con un gran numero di preferenze. In sostanza, un modo per togliere anche l'argomento eletti/nominati ad una eventuale polemica grillina. Le richieste - "Se c'è un modo di trovare un punto d'incontro sulla legge elettorale ne siamo felici perchè le regole si scrivono insieme e lo diciamo fin dal primo momento", ha esordito Renzi. Dopo aver sottolineato che la legge proposta dai grillini non garantisce la governabilità: "Vi abbiamo preso sul serio e abbiamo studiato la legge, abbiamo fatto una simulazione sui risultati delle europee e con il vostro sistema nemmeno un partito che ha preso il 40% come il Pd ora avrebbe la garanzia di governare", ha chiesto: "Siete disponibili a prendere in considerazione l'ipotesi di introdurre un elemento di ballottaggio nella legge elettorale?". E ancora: "Servono idee chiare sul tema" della legge elettorale, dice Matteo Renzi ai rappresentanti del Movimento 5 stelle. "Il M5s è disponibile o meno a studiare un correttivo che consenta a chi vince di governare? Noi riteniamo che il democratellum non garantisca questo. Ci sta bene ragionare sul merito, ma non saremo mai d'accordo se non abbiamo la possibilità che chi arriva prima, al primo o secondo turno, vinca». Poi: "Chiediamo per rispetto ai cittadini mai più inciuci nè grandi intese. Se ci si deve mettere insieme bisogna dirlo prima". Altra domanda posta da Renzi ai Cinque stelle: "Siamo dell'idea di rimpicciolire i collegi, ci state?". Inoltre: "Siete d'accordo sulla nostra proposta di affidare alla Corte costituzionale prima il giudizio sulla legge elettorale?". Ed infine: "Siete disponibili a ragionare di riforme costituzionali?". Preferenze - Renzi ha detto ai grillini di "aver fatto una simulazione con il vostro sistema" sul risultato delle europee. "Il Pd", ha fatto notare il premier, "anche con il 40 per cento non avrebbe i numeri per governare. Con l'Italicum sì, al primo turno o al secondo», con "democratellum" "noi non abbiamo la governabilità". Poi ha ribadito: "Per l'Italia è più utile avere la governabilità, è necessario che chi vince le elezioni possa essere quello che governa". Quanto alle preferenze Renzi è stato chiaro: "Noi non abbimo paura delle preferenze. Siamo pronti a ragionare di preferenze ma se c'è la certezza della governabilita. Non pensate che abbiamo paura perché quando si va a prendere i voti siamo tutti bravi a prenderli", ha detto ancora il segretario del Pd seduto al fianco di Alessandra Moretti, fra le più votate del Pd alle europee. "Non crediamo che voi diciate "prendere o lasciare", perché se no ci salutiamo e il confronto non l'avremmo fatto", ha ribadito il presidente del Consiglio aggiungendo: "Io sono davvero interessato a trovare un punto di intesa e a non fare polemiche tra di noi". Il battibecco - La preferenza in negativo, prevista dal Democratellum del M5S, "per i cittadini italiani può essere una possibilità per cambiare"» il sistema, perché se venisse introdotta "i partiti dovrebbero pensarci 2 volte prima di mettere in lista impresentabili, nomi chiacchierati", ha fatto notare Luigi Di Maio a Renzi. Senza fare i nomi, Di Maio fa notare la presenza di presunti impresentabili nelle liste dem. "Non le consento di dirlo", lo ha interrotto Renzi. "Ma non è una questione personale, presidente», ha ribattuto Di Maio. Il premier però non ci sta: "Questo è un partito che quando uno dei suoi sbaglia - rivendica - non ha problemi a votare e dire che va in carcere". Voto di scambio - «A mio giudizio il vostro sistema ha il rischio di essere oggetto di voto di scambio come le preferenze», ha detto Renzi alla delegazione del Movimento 5 Stelle, durante l'incontro che si sta svolgendo a Montecitorio. Il sistema previsto dal democratellum, con la cancellazione di un nome di un candidato dalla lista, «che esiste solo in Svizzera, è un meccanismo che ricorda più la nomination del Grande fratello che l'elezione con la preferenza». «Questo pone - ha continuato Renzi - dà dei problemi in più, perchè si corre il rischio di far controllare il voto molto meglio che attraverso la preferenza», ha spiegato il segretario del Pd sottolineando che «questo sistema ha l'evidente possibilità di essere oggetto di voto di scambio come se non più del voto di preferenza». Inoltre, ha osservato Renzi, «voi così date al partito il diritto ad allearsi con chi crede il giorno dopo, perchè il vostro sistema non impone di allerarsi. Il nostro sistema, quello dei sindaci, dice prima con chi sei d'accordo». «Vi chiediamo di introdurre un meccanismo 'mai più inciuci e mai più larghe intese': se ci dobbiamo mettere insieme lo diciamo prima, mentre con il Toninellum ci possiamo mettere insieme dopo». Questa la seconda richiesta, che è anche un rilievo, di Matteo Renzi ai 5 Stelle sulla legge elettorale. La risposta dei grillini - "Al di là delle osservazioni tecniche" sul 'Democratellum', "siamo contenti per l'incontro e pensiamo possa essere un punto di partenza per trovare incontro su determinate criticità. Questo è un obiettivo che ci possiamo dare".  Quanto ai tempi, "noi pensiamo" che la legge elettorale «possa essere pronta in 100 giorni e diventare legge di Stato», ha detto Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera in quota M5S, alla delegazione del Pd capitanata da Matteo Renzi. "Noi vi abbiamo fatto varie proposte - ha aggiunto - in altre sedi questo confronto c'è stato e penso abbia portato risultati vantaggiosi. Questo è il nostro obiettivo: risultati per i cittadini". Poi Di Maio ha voluto sottolineare: "La governabilità è un valore, ma deve essere meritata". "No al muro contro muro, noi abbiamo a cuore la governabilità, ma chi vince deve meritarselo", ha puntualizzato il grillino invitando il Pd a a evitare "distorsioni" legate a premi di maggioranza, forzando sul "concetto della certezza di governabilità". "Nei sistemi maggioritari - ha fatto notare poi - sono caduti tutti governi nonostante la certezza di vittoria" data dal sistema elettorale. Le altre riforme - "Siete anche disponibili a ragionare anche di riforme costituzionali? Siamo alla vigilia di decisioni sul Senato, il titolo V e il Cnel. Siete disposti a parlarne?", ha poi chiesto il segretario del Pd, Matteo Renzi, rivolgendosi alla delegazione del Movimento 5 Stelle. "Siamo disponibilissimi a un tavolo delle riforme, se il Pd vuole. Ma è chiaro che il termine per gli emendamenti scade alle 18 di stasera. Se non ci vogliamo prendere in giro, allora spostiamo gli emendamenti e ragioniamo insieme", ha risposto prontamente Di Maio.  Da parte sua Renzi ha ribattuto: "Il termine per la presentazione dei subemendamenti alle riforme resta fissato per oggi. Ma voi gli emendamenti li avete presentati o no? E allora discuteremo dei nostri e dei vostri". Nuovo incontro - "Come metodo di lavoro", ha detto poi Di Maio, "vorrei che noi adesso, acquisite le vostre osservazioni, tra tre o quattro giorni al massimo ci rincontrassimo e valutassimo i punti di caduta sui quali poter discutere una legge elettorale insieme". Da parte sua Renzi ha ringraziato "perchè la discussione è stata preziosa e importante e buon lavoro". Poi ha promesso: "Noi ora mettiamo on-line le nostre proposte entro venerdì e ci rivediamo".

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