Fondi privati ai partiti: Silvio doppia Renzi
Matteo Renzi non ha cambiato un granché nella tradizionale disaffezione che gli italiani nutrono verso la politica. Più ancora della scarsa propensione a recarsi alle urne fatta vedere alle ultime elezioni, vale la raccolta fondi privati fatta dai principali partiti italiani e dai loro esponenti nei primi 10 mesi del 2014: stando alle dichiarazioni pervenute alla tesoreria del Parlamento in tutto si sono racimolati 7 milioni e 786 mila euro. Circa 780 mila euro al mese, che sono davvero pochini se si pensa che questo 2014 era il primo anno di riduzione del finanziamento pubblico ai partiti, che quindi avevano tutto l'interesse di raccogliere fondi privati. Non solo: il 2014 è stato anche un anno elettorale, e gli italiani sono andati alle urne oltre che per le Europee, anche per il rinnovo di qualche importante consiglio regionale e numerose amministrazioni locali. Renzi non ha attratto come una calamita fondi di privati e imprese, come ci si sarebbe immaginati. Non è il Pd (nonostante il successo di molte campagne elettorali personali dei suoi candidati) ad avere raccolto il maggiore numero di fondi privati in questi mesi. Ad attrarre più di tutti è ancora Silvio Berlusconi: Forza Italia e i suoi principali esponenti o candidati alle europee hanno raccolto in tutto finanziamenti per 2 milioni e 923 mila euro. Renzi e il suo Pd sono arrivati poco sopra la metà di quella raccolta: in tutto un milione e 976 mila euro. Al terzo posto nella classifica della raccolta fondi politici si è piazzato Angelino Alfano con il Nuovo centro destra e la squadra dei candidati alle europee: insieme hanno raccolto 629 mila euro. Quarto posto in classifica per Sel: 472 mila euro raccolti. Nella raccolta però ci sono anche partite di giro interne, come i 130 mila euro che Sel stessa ha versato nelle casse della «Associazione Fabbrica di Nichi» a Bari, che è stata fondata da Nichi Vendola, leader di Sel. Quinto posto nella raccolta per Scelta civica, che ha racimolato 360 mila euro compreso il versamento personale (non stratosferico) del fondatore Mario Monti, che ha donato 6 mila euro. Sesto posto per la Svp (272 mila euro raccolti), settimo posto per il Partito radicale (140 mila euro, ma il versamento è della Lista Pannella), ottavo per la rediviva Italia dei valori (130 mila euro, ma si tratta quasi sempre di trasferimenti dal partito stesso ai candidati), nono posto per Fratelli di Italia (126.800 euro) e decimo e ultimo posto per la Lega Nord (82.500 euro). Matteo Salvini conquista a passo di marcia elettori, ma sui portafogli che contano è un po' indietro. Nei singoli versamenti non mancano numerose sorprese. Una è quasi simbolo della nuova era politica del renzusconismo: a Torino l'ex senatore e tutt'ora dirigente di Forza Italia, Aldo Scarabosio, ha versato 20 mila euro a Sergio Chiamparino per le regionali piemontesi. Una scelta di campo che secondo le voci maligne ha anche delle ragioni familiari: la signora Scarabosio, Patrizia Polliotto, era membro del comitato di gestione della Compagnia di San Paolo, su nomina della Regione Piemonte. Comprensibile volersi tenere buono Chiamparino, che era vincitore sicuro nella corsa elettorale, e a cui sarebbe spettato il potere di conferma o meno della signora Scarabosio. Fra le curiosità anche il portafoglio che Maurizio Mian ha aperto per le europee. Non grandi somme: 20 mila euro per Simona Bonafè e 9.900 euro per l'altro renziano toscano Nicola Danti (ex vicesindaco di Pontassieve). Mian però era azionista rilevante de l'Unità (quando vi entrò si nascose dietro la leggenda del cane lupo Gunther, fantasioso ereditiere): in quelle stesse settimane si è rifiutato di contribuire al salvataggio del quotidiano, ma ha versato contributi ai renziani. Curioso ma non troppo il versamento di 10 mila euro fatto da Diego Della Valle al Pd Leonardo Domenici, predecessore (e rivale evidente) di Renzi sulla poltrona di primo cittadino di Firenze. Fra i versamenti a Forza Italia colpiscono invece i 10 mila euro donati dalla Domus Caritatis società cooperativa sociale di Roma: è quella che ha in mano la gestione della maggiore parte dei centri immigrati e profughi nella zona centrale di Italia. Viene dal cuore della Padania invece il maggiore contributo ricevuto dall'ex ministro Cecile Kyenge: i 25 mila euro a lei versati dal Gruppo Officine Piccini di Milano. Il fatturato di quell'azienda è realizzato però per la metà in Africa, e si capisce di più la predilezione per la Kyenge. Fra i versamenti interni al Pd sono appaiati due che quasi cozzano: Rosy Bindi ha donato 10 mila euro, il ministro Marianna Madia appena 6 mila. Fra i contributi più curiosi quello ricevuto dalla mancata europarlamentare azzurra Licia Ronzulli: 20 mila euro da Hasan Cuneyd Zapsu, fondatore e leader di partito in Turchia e a lungo collaboratore stretto del presidente turco Erdogan. di Franco Bechis