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Italicum, alle 18 l'ultimo faccia a faccia tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi: la trattativa sulle soglie di sbarramento

Giulio Bucchi
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Il premier lo ha già definito l'ultimo incontro: mercoledì 12 novembre, ore 18. Questa sera a Palazzo Chigi Matteo Renzi e Silvio Berlusconi si vedranno per la settima volta da gennaio e metteranno la parola fine a quello che fu il patto del Nazareno, almeno per la parte riguardante la legge elettorale (sul resto, mistero). Dopo il vertice di maggioranza di lunedì sera e quello di Forza Italia di martedì, le due parti sembrano sufficientemente vicine per non far saltare tutto. Accordo sul premio alla lista - "Non accetteremo né diktat né imposizioni", ha messo nero su bianco il Cavaliere, anche per accontentare la fronda azzurra più anti-renziana guidata da Raffaele Fitto. Dal canto suo, Renzi ha ribadito da più parti (ultima, l'ospitata a Porta a porta da Bruno Vespa) che "bisogna fare presto". Sono due i punti cruciali del nuovo Italicum che dovrà andare al voto al Senato: il primo, il premio di maggioranza alla lista e non più alla coalizione, è stata accolta da Berlusconi. "Lui ha un partito, ma il centrodestra può fare un listone", è stata la spiegazione dell'ex premier, che punta sostanzialmente a far tornare indietro le lancette dell'orologio ai tempi del Pdl, almeno dal punto di vista elettorale. Non un partito unico, dunque, ma un soggetto che possa attrarre nella stessa lista Forza Italia e gli altri "cespugli", per esempio Fratelli d'Italia-Alleanza nazionale. E a questo passaggio si lega il secondo punto in agenda nell'incontro di questa sera, quello determinante: la soglia di sbarramento. La soglia di sbarramento - "Guai a cambiare le soglie sotto ricatto dei piccoli", è stato l'avvertimento lanciato al Pd da Paolo Romani, uno dei fidatissimi di Berlusconi. Messaggio trasversale, perché il vero destinatario era Angelino Alfano. E' indubbio, infatti, che la battaglia sugli sbarramenti rischi di fare come vittima più illustre proprio Ncd. Lunedì sera i centristi della maggioranza avevano trovato l'intesa con Renzi: soglia al 3%, troppo bassa però secondo Forza Italia. Il sogno di Berlusconi sarebbe quella di portarla all'8%, di fatto concedendo il lasciapassare per il Parlamento (stando agli ultimi sondaggi) soltanto a Pd, M5S, Forza Italia e Lega Nord. Lo sgambetto ad Alfano - Ad oggi, al Pd primo partito andrebbe il 55% dei seggi e il restante 45% verrebbe spartito dagli altri. Il ragionamento del Cav è semplice: meno si è, e più seggi si prendono. Renzi però non può accettare, perché Alfano è pur sempre decisivo per questa legislatura. Stasera, dunque, i più ottimisti parlano di un accordo a metà strada, tra il 4 e il 5% di sbarramento: il 4,5%, in fondo, era la soglia prevista per i partiti in coalizione dalla prima versione dell'Italicum. Numeri che in ogni caso non mettono a rischio il patto tra Matteo e Silvio. Che poi il nuovo Italicum abbia vita facile al Senato, questo è tutto un altro discorso. di Claudio Brigliadori @piadinamilanese

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