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Mafia Capitale, un mese fa Ignazio Marino ha regalato 60mila euro alla coop rossa del "boss" Salvatore Buzzi

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Giulio Bucchi
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Annegare in un mare di contraddizioni sapendo benissimo perché, forse, non è la miglior strategia per una giunta nell'occhio del ciclone. A meno che Ignazio Marino, sindaco di Roma, non sia vittima di sé stesso, avendo deciso di mentire consapevolmente. Un po' come è avvenuto con le multe prese con la famosa Panda rossa. Una vicenda che l'amministratore ha spiegato ai romani con mille versioni diverse, nessuna delle quali realmente esaustiva. Per non dire delle foto che ritraggono l'ex chirurgo con Salvatore Buzzi, quello che nelle intercettazioni afferma che «si fanno più soldi con gli immigrati che con la droga». O del primo stipendio da sindaco versato alla sua coop. Il dubbio, a questo punto, che Marino abbia una certa propensione a raccontare una realtà, poi smentita dai fatti, diventa quasi una certezza. E l'ultimo caso è da manuale. Ad ottobre scorso, dunque ieri, la giunta Marino ha concesso alla Cooperativa 29 giugno (quella di Salvatore Buzzi) l'uso di un immobile del Comune situato in via Pomona, zona Pietralata, a prezzo di favore. Invece dei 73 mila euro di affitto all'anno stimati dai tecnici del Campidoglio la giunta decide di concederlo a Buzzi a soli 14 mila euro all'anno. Se non è un'evidente contraddizione gli assomiglia molto. Perché uno sconto di quasi 60mila euro? Davvero Marino non sapeva quale fosse la valenza dell'atto? Lo stabile in questione, 5 locali distrubuiti su mille metri quadrati coperti, è stato preso in affitto dalla cooperativa per realizzarci la sede operativa della stessa, mentre una parte è stata adibita a Centro d'accoglienza temporanea. Insomma, il 24 ottobre scorso la giunta Marino non licenzia un atto di ordinaria amministrazione, ma delibera un atto di particolare importanza. Delle due l'una: o Marino non sa cosa accade in giunta, oppure lo sa perfettamente e rimuove gli atti che diventano rischiosi. E si scorda del primo stipendio versato alla cooperativa. Giusto ieri il primo cittadino della Capitale, autoconvintosi di essere la soluzione di tutti mali e l'arma vincente del Pd, in una lunga intervista al quotidiano comunista Il Manifesto ha ribadito che con Buzzi (uno dei due perni dell'inchiesta romana assieme a Massimo Carminati) «non ho avuto conversazioni di lavoro né quel giorno né mai». E a proposito delle foto che lo ritrae assieme a Buzzi, Marino canta la stessa canzone: «Durante la campagna elettorale ho visitato quella cooperativa che, dal mio punto di vista, faceva un lavoro utile alla collettività». Talmente utile da votare un supersconto dell'affitto per la nuova sede della Cooperativa. «L'ufficio stime del Dipartimento», si legge negli atti del Comune, «ha valutato a prezzo di mercato, quale canone di concessione dell'immobile in questione, l'importo annuale di euro 73.764 e mensile di euro 6.147». In tempi di crisi uno si aspetta che un'amministrazione accorta chieda quella cifra. Invece, per la durata di sei anni, il canone chiesto è di soli 14.752,80 euro all'anno, pari a 1.229, 40 euro al mese. Altro che sconto, quello fatto a Buzzi dal Comune è un vero e proprio saldo. di Enrico Paoli

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