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Monti lancia Emma Bonino al QuirinaleE su Bersani: "Governerà bene"

Nicoletta Orlandi Posti
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  Per "salire in politica" ha rinunciato al Quirinale. Mario Monti ammette di non avere più grandi possibilità di diventare il successore di Giorgio Napolitano da quando ha accettato la candidatura a Palazzo Chigi: "se non avessi fatto questa scelta politica sarei stato tra i più accreditati a fare il presidente della Repubblica", dice il professore a Radio anch'io lanciando la candidatura di Emma Bonino, ma sperando in cuor suo di riuscire in qualche modo a ingraziarsi in extremis i voti di quelli che dovranno decidere. Ma poco dopo ha fatto reotromarcia:  "Io non ho assolutamente candidato Emma Bonino. Certo ho colleganza con lei, essendo stati insieme commissari europei, ma ho anche colleganza (piu' vicina allora) con le ministre del mio governo. Io un candidato l'ho  non è una donna e si chiama Giorgio Napolitano. Con vera gioia voteri per la conferma di Napolitano. Se poi non fosse Napolitano - rileva il premier - un Capo dello Stato donna sarebbe un segnale di valorizzazione della donna''.  Bersani governerà bene - E così oggi lancia l'amo al leader del Pd: "Pier Luigi Bersani credo che possa governare molto bene". Poi spiega: "Non sappiamo come governerebbe, ove mai fosse presidente del consiglio. Penso che sarebbe capace di farlo, perchè ha fatto bene il ministro dell'industria. Ma governare bene significa fare le cose che servono al Paese per avere più crescita ed equità. Credo che il centrosinistra abbia quell'intenzione, ma sono anche convinto che quella coalizione, per la storia di alcune componenti politiche e sindacali di riferimento, non lasci intravedere la capacità e forse nemmeno la volontà di prendere quelle misure che renderebbero davvero competitivo il Paese". Per esempio, aggiunge Monti, "la Cgil ha peso nelle politiche del Pd e io devo constatare che è l'unica sigla che non ha sottoscritto il patto sulla produttività".  Non mi pento di Fini e Casini - Sulla 'salita' in politica "non ho mai cambiato stato d'animo. Era una scelta non nel mio interesse personale: lo sapevo allora e lo so ora", ha continuato il premier uscente.    "Sono ancora più convinto di prima che la politica sia un luogo alto" ha aggiunto dicendosi "non pentito di essermi messo con Fini e Casini. Alcuni mi trovano una persone arrogante, ma credo sarebbe   stato arrogante dire no" alle forze politiche che gli domandavano di fare gioco comune. I rapporti con i leader di Fli e Udc "sono ottimi,   ci sentiamo molto spesso anche se ci vediamo poco a causa degli impegni della campagna elettorale". Grillo ministro tecnico - Intanto Monti tiene d'occhio anche Beppe Grillo. E dopo il bagno di folla del comico genovese a piazza Duomo a Milano, Monti afferma: "Quello delle piazze è un importantissimo serbatoio che Grillo riempie anche con funzione utile di segnalazione di rabbia e insoddisfazione per la politica tradizionale; ma è una protesta da cui è difficile vedere emergere una proposta. Grillo - ha aggiunto - potrebbe essere un ministro tecnico, i suoi candidati non so valutare che tipo di approccio di governo possano avere, ma la forza di Grillo sono gli elettori che lo voterebbero".  Un'apertura che fa nascere più di un interrogativo: Grillo è un convinto anti-europeista, nel suo tsunami tour ha continuato a ripetere che l'Italia deve uscire dall'euro. Che è l'esatto opposto di quello che da sempre sostiene il prermier dimissionario che ha fatto della sua politica europeista il tratto distintivo della sua politica.  Matrimoni omosessuali - Per quanto riguarda il dibattito sui matrimoni tra omosessuali e il via libera da parte della corte di Strasburgo all'adozione da parte delle coppie gay, Mario Monti sostene che: "La mia sensibilità è diversa. Dobbiamo rafforzare i diritti delle coppie gay, andare fino all'adozione mi sembra una cosa forte. Dobbiamo però andare verso linee europee in tutti i campi".  Il leader della lista Scelta Civica si dice però favorevole alla cittadinanza italiana ai figli di immigrati nati in Italia  "per favorire il ricambio socio-culturale e   la crescita demografica. Non lo abbiamo fatto - ha aggiunto - anche perchè sapevamo che una parte politica, quella del Pdl, non era d'accordo".  

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