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Gianfranco Fini contro Giorgia Meloni: "Ridicola, ingrata, si è montata la testa"

Giulio Bucchi
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"La Meloni è una ragazzina che si è montata la testa". Gianfranco Fini colpisce duro la sua ex "giovane speranza" ai tempi di Alleanza nazionale. Oggi giocano un derby a destra, Giorgia Meloni con Fratelli d'Italia e Fini con Gianni Alemanno e 21 transfughi di FdI che, parola di Giorgia, "vogliono trascinare nel baratro insieme a loro tutto quello che è sopravvissuto della destra italiana". "Sono dichiarazioni che non meritano neanche di essere commentate - dice Fini a Radio Cusano Campus -. Si ricordi in ragione di quali scelte è arrivata a fare il ministro? Al di là dell'ingratitudine, la Meloni poteva allargare i confini della destra e invece coltiva l'orticello di Fdi. Ha litigato con Alemanno, detesta Storace: se ha bisogno dello spauracchio del vecchio nemico faccia pure, ma è ridicola". Su Roma Fini è altrettanto tranchant: "È impazzita la maionese. I tre cuochi non riescono più a portare in tavola un piatto decente. Finché il centrodestra aveva il vento in poppa era semplice sedersi attorno a un tavolo e scegliere tra una gamma di candidati credibili. Oggi non è più così, ci sono tanti elettori che non votano più centrodestra. Salvini, Berlusconi e Meloni però tornano a sedersi ad Arcore per decidere, senza capire che i tempi sono cambiati. Sempre di più si ricorre a conigli tirati fuori dal cilindro. Bertolaso, come Parisi, è persona rispettabile, ma non c'è più la capacità dei partiti di scegliere la classe dirigente. Bertolaso può raccogliere consensi in maniera trasversale, perché come Marchini è un candidato civico. Entrambi potrebbero essere candidati anche per il centrosinistra. Se si vuole interpretare l'elettorato di centrodestra e poi si dice di aver votato sempre per Rutelli, si dice che i rom sono una categoria protetta, è chiaro che si sta su un altro pianeta". 

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