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Renzi: "Intesa con Berlusconi o al voto"

Matteo Renzi

Il sindaco usa parole di fuoco: "Pier Luigi si è fatto mettere i piedi in testa dal M5S. Ora basta melina, bisogna avere le idee chiare"

Andrea Tempestini
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Molto bastone, pochissima carota. Al solito senza peli sulla lingua. Come spesso è accaduto, nel mirino il segretario, Pier Luigi Bersani. A parlare, intervistato dal Corriere della Sera, è Matteo Renzi, il sindaco rottamatore, l'uomo "nuovo" di questa politica, la pedina su cui si concentrano le speranze di molti. Sia a destra sia a sinistra. Ma su un suo eventuale impegno, Renzi è chiarissimo: "Non voglio stare buono così qualcosa mi tocca. Non voglio essere cooptato da altri. Non voglio essere l'ultimo di quelli che c'erano prima. Semmai vorrei essere il primo di una fase nuova". "Idee chiare" - Il problema, oggi, è la formazione di un governo. Renzi spiega: "Il Pd deve decidere: o Berlusconi è il capo degli impersentabili, e allora chiediamo di andare a votare subito, oppure Berlusconi è un interlocutore perché ha preso dieci milioni di voti". Insomma, i democratici si devono decdere sul Cavaliere. "Accordo con Berlusconi? Non necessariamente - prosegue il primo cittadino di Firenze -. Non parto dall'accordo con Berlusconi. Parto dal fatto che si devono avere le idee chiare. O si va a votare, e la cosa non mi spaventa anche se, ad andare in Parlamento, non trovi un deputato convinto in cuor suo che si debbano sciogliere le Camere (...). Altrimenti si fa un patto costituente da cui nasce la Terza Repubblica". Renzi, di fatto, ripete quanto detto alla vigilia: "Basta fare melina, basta perdere tempo". "Bersani umiliato" - Poi le critiche ai vertici del Partito Democratico si fanno taglienti. "Se avessimo fatto ciò che dovevamo fare Grillo non arrivava a doppia cifra. Se un marziano fosse arrivato in Italia il 25 febbraio, avrebbe visto tre leader tutti e tre convinti di aver vinto o comunque di essere andati bene". Quindi una battuta sulla diretta streaming delle consultazioni tra Bersani e il Movimento 5 Stelle: "Mi veniva da dire: Pierluigi, sei il leader del Pd, non farti umiliare così! Ho pensato a cosa doveva provare una volontaria che va a fare i tortellini alla festa dell'Unità: credo ci sia rimasta male nel vedere il suo leader trattato così, alla ricerca di un accordicchio politico".

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