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Quirinalie Pd, Bersani propone Prodi

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Lucia Esposito
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Sono cominciate come previsto alle 8 e 30 le primarie del Pd per individuare un nome per il Quirinale. Pier Luigi Bersani ha proposto subito  Romano Prodi in assemblea, un nome che è stato accolto da una standing ovation dai grandi elettori. Prodi è il candidato che ricompatta  il partito, soprattutto ricompone la frattura con i renziani e con i vendoliani. Ma quello dell'ex premier è un nome "divisibile" che non piace al centrodestra e contro cui sicuramente andrà a schiantarsi il governo di larghe intese con il Pdl.  Pier Luigi Bersani, dopo aver indicato il nome dell'ex prermier, ha espresso rammarico per la mancata elezione di Franco Marini al Quirinale. "Per responsabilità di cui, se siamo adulti, dobbiamo prendere atto che non siamo stati in grado di cogliere l'opportunità di eleggere una nostra figura prestigiosa, un uomo del lavoro come Franco Marini", ha detto ai grandi elettori del Pd. "Mi dispiace e capisco la sua amarezza", ha aggiunto. Salta il banco -  A questo punto salta tutto. Anche l'abbraccio di Bersani con Alfano, paparazzato ieri in Transatlantico è solo un ricordo. Romano Prodi potrà forse riunire, si fa per dire, il Pd ma di sicuro sta rompendo l'intesa col Pdl. Il Cav più che preoccupato è stupito. Il tonfo di Franco Marini è stata davvero una sorpresa. Un campanello d'allarme che ha dato idea agli azzurri di quanto il Pd sia allo sbando. In via dell'Umità nessuno pensava che i democratici fossero così divisi con una guerra civile in atto. Ora Prodi sembra la finta panacea a tutti i mali di un partito che ha le idee confuse. Il Cav vuole il voto -  A giovare della grande confusione è Berlusconi che vede un'impennata continua nei sondaggi e che si prepara a questo punto ad alzare la voce per avere un voto anticipato a tutti i costi. Prodi infatti è sinonimo di voto. Piace molto ai renziani e allora "Mortadella" potrebbe pure sciogliere le camere dopo aver giurato da presidente e far fuori Bersani per ridare la parola agli elettori. Il Cav avrebbe gioco facile e uno scontro con il rottamatore potrebbe rinvigorire ancora il centrodestra. Il Pd comunque è riuscito anche a far saltare nel giro di poche ore l'accordo col Pdl senza nemmeno proporre una candidatura alternativa. D'Alema in guerra con Pier -  Il nome che girava in Transatlantico è quello di Massimo D'Alema. I diplomatici del Pd hanno sondato quanto fosse gradito al Cav. E di sicuro il Pdl a "Baffino" dopo l'esperienza della bicamerale di no non lo direbbe. Ma Bersani lo odia. Da alcune indiscrezioni è emersa una frase di fuoco pronunciata dal segretario durante un incontro con Silvio. Su D'Alema, Bersani avrebbe detto: "Ecco questo nome lo eviterei perchè non mi è gradito". Scoppia la bufera, Baffino si infuria e riparte la faida rossa. Ora il Professor Mortadella appare l'unico in grado di salvare le ceneri del Pd. Ma con lui al Colle scordatevi l'imparzialità. E' un ex premier, un nemico elettorale di Silvio e uno che ci ha portati dritti dritti nelle mani dell'Europa strozzina a colpi di euro. Forse con Prodi al Colle anche la Merkel sarà contenta. (I.S.)

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