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Marò, Luttwak: "Vicenda gestita malissimo da De Mistura. In India è considerato un cretino".

I due marò

Lo stratega militare Usa ripercorre la vicenda e spiega: "Mancini aveva risolto brillantemente la vicenda, ma poi è arrivato lui..."

Sebastiano Solano
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L'esperto di strategie militari e di poitica estera, Edward Luttwak, in un' intervista concessa ad un web-magazine di politica estera, ha spiegato quello che già, in fondo, sapevamo un po' tutti, ossia che la vicenda dei marò è stata gestita nella maniera peggiore possibile. Secondo Luttwak, se ben gestita, la vicenda si sarebbe conclusa con un processo, qualche giorno di carcere e il trasferimento in un istituto militare italiano dove scontare la pena, ma dove in realtà i due fucilieri italiani avrebbero potuto proseguire il proprio lavoro.  De Mistura è un cretino - L'errore più grave, spiega l'esperto statunitense, "è stato inviare, per occuparsi del caso, il sottosegretario italiano agli Esteri, Staffan De Mistura. Un personaggio che non è un esperto ma che ha fatto la sua intera carriera all'Onu, dove essere totalmente incapace non è certo un ostacolo alla carriera. E' solo un bellimbusto e in India, ma non solo lì, è considerato un cretino". Parole di fuoco che però Luttwak sono tutt'altro che campate in aria. Ragiona Luttwak: "Dopo l'arresto dei due marò italiani, era stata individuata una soluzione che rispettasse lo stato di diritto di un Paese come l'India senza penalizzare troppo i due militari italiani. La soluzione che prevedeva, appunto, il processo in India ed il successivo e pressoché immediato trasferimento dei marò in Italia. Ma poi sulla scena è comparso De Mistura e tutto è stato bloccato. L'ambasciatore italiano in India, Daniele Mancini, aveva brillantemente risolto il problema. Mancini è un professionista serio, preparato, apprezzato dagli indiani. Tutto il contrario del sottosegretario, insomma".  Mancini aveva risolto la vicenda, ma... - Secondo lo stratega militare, è stata la presenza di De Mistura, la sua incopetenza e la sua scarsa credibilità internazionale a dare il via ad una serie di errori che hanno portato i due marò al ritorno in India. E per spiegarlo meglio, Luttwak ripercorre la vicenda che ha portato il governo prima a riconsegnare i marò, poi a rimangiarsi la parola data, per ritornare in seguito sui suoi passi: "Al popolo indiano, in realtà, la vicenda non interessa minimamente. Ci sono problemi molto più gravi, nel Paese. Mentre ai vertici indiani il comportamento italiano è sembrato insensato. La Corte Suprema, che è un'autorità indiscussa nel Paese e che aveva piegato anche Indira Ghandi, aveva anche spiegato al Kerala che la cauzione per il rientro temporaneo dei marò non doveva essere chiesta all'Italia perché esisteva un accordo superiore, su cui si era impegnato l'ambasciatore Mancini a nome dello Stato Italiano. Nel momento in cui il governo italiano si rimangiava la parola data, per la Corte Suprema l'Italia non era più uno Stato legittimo e dunque l'ambasciatore non era più riconosciuto come tale, come rappresentante di uno Stato inesistente".  

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