Ingroia: "Andreotti più negativo che positivo. E l'andreottismo vive ancora"

Il leader di Azione Civile: "Con il suo pragmatismo cinico, in nome della Ragion di Stato, giunse a stringere accordi con la mafia"
di Giulio Bucchidomenica 12 maggio 2013
Antonio Ingroia

Antonio Ingroia

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"Con la morte di Giulio Andreotti se ne va un protagonista, più spesso negativo che positivo, della storia italiana degli ultimi 70 anni". Lo dichiara il leader di Azione Civile, Antonio Ingroia. "Si chiude così in questi giorni una pagina della storia italiana contrassegnata da due simboli opposti: Agnese Borsellino con la sua richiesta allo Stato di verità e di giustizia, rimasta inappagata, e Andreotti con il suo pragmatismo cinico che, in nome delle ragioni della Politica e della Ragion di Stato, giunse a stringere accordi con la mafia. Andreotti, con le sue tante ombre e poche luci, è morto, l'andreottismo sicuramente no".