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Nel Partito democratico distruttonessuno vuole fare il segretario

Pier Luigi Bersani

I big non si sbilanciano: scartata l'idea del reggente, sul tavolo resta solo il nome di Cuperlo. E Matteo Renzi intanto rifiuta la presidenza dell'Anci

Andrea Tempestini
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  Una patata bollente, o meglio una una poltrona infuocata. Il posto da segretario del Pd lasciato vuoto da Pierluigi Bersani non lo vuole nessuno: chi lo prende è destinato ad andare a martirio sicuro. E così c'è il fuggi fuggi. Chi con una scusa, chi con un'altra, i big democratici hanno bocciato senza appello la possibilità di una candidatura alla guida di un partito ormai alla deriva. Tanto che ieri era addirittura ventilata l'ipotesi di rinviare l'Assemblea nazionale del partito convocata per sabato alla Fiera di Roma.  L'asseblea di sabato - Dopo tre ore di riunione ieri il coordinamento ha deciso che l'Assemblea ci sarà anche se non è riuscito a sciogliere il nodo del nome del possibile segretario che avrà il compito di gestire il Pd fino al Congresso sulla cui data non c'è accordo. Ieri sera i leader delle varie correnti del partito (non erano presenti Massimo D'Alema e Walter Veltroni) hanno convenuto sulla decisione di continuare a sondare gli umori del partito sulla possibile convergenza sul nome di un possibile segretario. Si vuole evitare che l'Assemblea di sabato non abbia una bussola e si trasformi in uno sfogatoio incontrollabile. Da qui la scelta di affidare un ulteriore sondaggio sul nome del possibile segretario che possa raggiungere il massimo dei consensi a un gruppo formato da Marina Sereni e Ivan Scalfarotto, vicepresidenti dell'Assemblea nazionale, Luigi Zanda e Roberto Speranza, capigruppo al Senato e alla Camera, Enzo Amendola, coordinatore dei segretari regionali, David Sassoli, eurodeputato.  I forfait - Di certo ci sono i forfait dati da Matteo Renzi che si era tirato fuori all'indomani delle dimissioni di Bersani: "Corro per palazzo Chigi, non per la segretaria", di Guglielmo Epifani che si è fatto eleggere presidente della Commissione Industria, di Gianni Cuperlo che ha fatto sapere che il suo nome divide il partito, dell'outsider Sergio Chiampariono che ha sottolineato che non è iscritto al Pd. Anche Anna Finocchiaro, la più papabile, ha voluto chiarire che a lei non interessa il ruolo di "traghettatore" e se sarà eletta farà il segretario a tempo pieno. In piena disperazione c'è anche chi ha tirato fuori la possibilità di una riconferma di Bersani fino al Congresso affiancato da un gruppo di lavoro in cui siano presenti tutte le componenti del partito. Ma anche questa appare una strada impraticabile.  La contestazione - Secondo alcune indiscrezioni, le scelte per il segretario di transizione potrebbero convengere sul bersaniano Roberto Speranza, trentaquattrenne capogruppo alla Camera. Che però non placa i mal di pancia interni: un gruppo OccupyPd manifesterà sabato alla Fiera di Roma a nome di quanti hanno occupato molte sedi periferiche del partito.   

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