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Senato, in arrivo 21 milioni di euro per i gruppi parlamentari: la delibera, la prima della legislatura, votata all'unanimità

Pd, Pdl, M5s, Scelta civica: tutti d'accordo, servono per i 56 dipendenti di Palazzo Madama. Ora Grillo cosa dice?

Sebastiano Solano
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Casta quanto mi costi. Nel silenzio generale di quasi tutti i media, il Senato ha approvato lo scorso 3 aprile la delibera 1/2013, dando il via libera alla prima tranche, delle quattro previste, dei finanziamenti spettanti ai gruppi parlamentari. La delibera è stata votata all'unanimintà da tutti i partiti. Tutti, compreso il M5s. E di fatti è difficile anche per i grillini rinunciare ad un boccone così goloso: in totale la dote finanziaria dei gruppi è di ben 21 milioni e 344mila euro.  Una valanga di soldi - Insomma, nonostante la crisi economica, la disoccupazione alle stelle, le decine di imprese che chiudono ogni giorno, argomenti di cui i politici tutti sproloquiano sui media assicurando di volta in volta come esse siano la priorità, la casta intanto, come primo atto della nuova legislatura, si mette in saccoccia un bel gruzzoletto. Compreso, lo ripetiamo, il M5s. I soldi verranno distribuiti ai gruppi in base al numero dei parlamentari. Al Pd, ad esempio, spettano 6 milioni e 634mila euro, al Pdl 5 milioni e 687mila euro, mentre ai 51 senatori del M5s andranno 3,4 milioni. Questa valanga di soldi serve, in teoria, per far funzionare il gruppo parlamentare e soprattutto a pagare i dipendenti. Quanti sono i dipendenti? 56, oltre 21 milioni per 56 dipendenti. Un po' troppi, no? Votato all'unanimità, M5s compreso - Nessuno però, nemmeno il M5s, ha cercato di limitare l'esborso di cifre così esose, anche solo per mandare un segnale ai cittadini. O meglio, il segnale l'hanno mandato: quello di essere tutti uguali quando si tratta d'intascare soldi, nessuno escluso, con buona pace di chi, e sono ormai tanti, troppi, non riesce ad arrivare alla fine del mese. E l'accusa vale ancora di più per il M5s, che della lotta agli sprechi della politica ha fatto il suo cavallo di battaglia in campagna elettorale, senza però dare nessun seguito concreto alla cosa. E anzi, al contrario, comportandosi come qualsiasi altro partito in Parlamento da decenni. L'ennesimo tradimento da parte di chi, partito con l'intenzione di abbattere la casta, da essa è stato ormai fagocitato.

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