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Renzi sfida letta: "Ora le riforme, basta vivacchiare"

Matteo Renzi

Il sindaco all'attacco di governo, premier e Partito democratico: "Un esecutivo serio fa delle cose. Perché non si fa subito il Senato delle autonomie?"

Andrea Tempestini
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Sembra in campagna elettorale, Matteo Renzi. Ogni giorno un attacco. Ogni ora un fendente. Il sindaco infierisce contro il "suo" Partito democratico. A poche ore dalla polemica sulla riforma elettorale, tra colpi di Mattarellum e grugniti di Porcellum, circondato dalle voci su una sua congiura all'esecutivo, il rottamatore che rottamatore non è più schiaffeggia il premier, Enrico Letta.  "Poco seri" - "Un governo è serio se fa le cose, e non se vivacchia", spega alla presentazione del suo libro, Oltre la rottamazione (appunto). E ancora: "Un parlamento è serio se fa le cose e non vivacchia". Un colpo di frusta, a Letta e a un governo che Renzi, di fatto, per ora bolla come "poco seri". Nascosto tra le critiche all'esecutivo c'è anche lo sfottò a Pier Luigi Bersani: "La prima immagine che dobbiamo recuperare è quella di un tacchino, non su un tetto (il riferimento è a una delle metafore più criptiche dell'ex segretario, ndr). E' simbolica l'immagine di un tacchino che chiede di anticipare il Natale, ma è questo che dobbiamo fare, dobbiamo dare un segnale immediato e dire che alle prossime elezioni si va con un Senato delle autonomie. E' difficile da accettare perché vuol dire che da mille entreranno solo 630 parlamentari". Legge elettorale - Dopo il cerino lasciato cadere sul terreno cosparso di benzina, Renzi "innaffia" l'incendio. Mitiga i toni. "Non sto mettendo fretta al governo, non voglio accelerare. Ma è un'immagine straordinariamente forte se elimini il Seanto". E ancora: "Se vogliamo dare un segnale agli italiani dobbiamo fare questa riforma costituzionale, che richiede tempo". Il sindaco ribadisce poi la necessità di "semplificare la burocrazia e abolire le province". Poi si torno all'epicentro dello scontro, la riforma elettorale, e i toni nuovamente si alzano: "Non lamentiamoci di una legge fatta nel modo più atroce possibile. E' una legge elettorale incredibile, e non per il premio di maggioranza, come invece immagina chi vuole passare dal Porcellum al Porcellinum. E' una legge incredibile perché ha eliminato il rapporto tra cittadini ed eletti". "Pd, partito triste" - Dopo la variazione sul Porcellum, il motivo intonato da Renzi ritorna quello canonico: il bombardamento del Pd. "Il partito deve presentare la sua proposta - continua Renzi -. Sull'Imu l'abbiamo data vinta a Berlusconi, sulla legge elettorale non deve diventare un governo delle lunghe attese. O il Pd si dà una mossa o perde. E siccome il Pd alla Dorando Petri ci ha già divertito, stavolta il Pd deve vincere le elezioni. Dobbiamo avere il coraggio di suscitare un elemento di bellezza. La categoria - continua - l'abbiamo perduta perché il sorriso ce l'ha preso un altro. Abbiamo preferito andare con la faccia triste". Eccola, l'ultima bordata di Matteo: il Pd? Un partito triste... E su Grillo -  Ne ha anche per il Movimento Cinque Stelle, il sindaco di Firenze. 'Mi ha colpito il virus che ha colpito Grillo ce lo sta trasformando in un politico vecchio stampo, che à ' la colpa della sconfitta agli italiani senza porsi il problema che forse ha sbagliato lui. Gli italiani non vogliono il voto inutile ed è ovvio che in Parlamento il Movimento 5 Stelle si spaccherà". 

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