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Pdl verso Forza Italia, Alfano contro Santanchè. Berlusconi congela le cariche

Alfano e Santanchè

Fino ad ottobre il partito manterrà le gerarchie (anche per blindare Letta), poi si vedrà. Tutti malumori degli ex An

Giulio Bucchi
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Il sogno di Silvio Berlusconi è una Forza Italia bis "leggera", "non partito" e "senza segretario". La scommessa, insomma, è quella di recuperare lo spirito del 1994 e quell'anima presidenzialista. "Tutte velleità", chiosa sarcastico Giuliano Urbani, tra i  fondatori della prima Forza Italia e storico braccio destro del Cav. Ma non è il solo, all'interno del Pdl e del centrodestra, a mostrare scetticismo. E mentre Francesco Storace, leader della Destra, sfotte gli ex An ("Mi sembra di essere a Scherzi a parte"), sono proprio gli uomini provenienti da Fiuggi a frenare. Maurizio Gasparri, il più rappresentativo, pur senza entusiasmi afferma convinto: "Il mio futuro è con Berlusconi, credo sempre nel bipolarismo". Il dilemma degli ex An - Di scissioni o fughe parlano in pochi. L'Unità riferisce di un Gianni Alemanno in procinto di dire addio al progetto che fu Pdl e che sarà Forza Italia. Lui, nella nuova sede di piazza San Lorenzo in Lucina, potrebbe non metterci mai piede. Altero Matteoli è cauto: "Non sono entusiasta e non è questioni di nomi. Quel che mi preoccupa è se il partito tiene a mantenere i valori del centrodestra. Vediamo i contenuti". A proposito di contenuti, molti nel Pdl remano per un partito dei moderati (e poco spazio, dunque, per quel che resta della destra "storica" di Fini), da Mara Carfagna a Gaetano Quagliariello. Falchi contro colombe - La questione è delicata, anche perché influenzerà sicuramente anche la vita del governo Letta, sebbene Berlusconi in persona si stia spendendo per "blindare" l'esecutivo delle larghe intese al netto dei propri guai giudiziari. Come? Per esempio congelando fino ad ottobre ogni tipo di scelta sulle cariche del nuovo soggetto politico. Un modo per disarmare i due fronti (interni nel Pdl ed esterni, nei confronti del Pd): le colombe filo-governo con Angelino Alfano in testa, dall'altra i duri alla Daniela Santanchè, intenzionati a non fare sconti e a recuperare, con Forza Italia, anche lo spirito anti-sinistra un po' annacquato nel nome della ragion di Stato. "Falchi e colombe del Pdl sono così contenti di rifare Forza Italia che prevedo ne faranno due", ironizza il più democristiano del Pdl, l'ex ministro Gianfranco Rotondi. Fabrizio Cicchitto avvisa che "la nostalgia è canaglia" e che la nuova Forza Italia non deve nascere "come frutto della rottura dell'attuale esperienza di governo" ma "deve tenere assieme il leader carismatico e i dirigenti scelti non dall'alto ma per merito, coinvolgendo iscritti ed elettori, usando anche gli strumenti della rete e delle primarie". E Alfano? In un partito senza segretario il suo ruolo sarebbe complicato. Cicchitto lo vorrebbe confermare, ma non tutti sono d'accordo. "Angelino è di formazione liberale, ma democristiana. Stimo le sue doti umane, ma come organizzatore ha le sue pecche", lo bacchetta Antonio Martino, tessera di Forza Italia numero 2, sul Messaggero. E nemmeno la Santanchè andrà bene, secondo l'autorevole pidiellino, perché "per costruire un movimento attrattivo occorre essere accattivanti, saper mediare e non mi pare che Daniela abbia queste qualità". Forse è anche per questo che Berlusconi ha deciso di mettere in stand by tutto ancora per qualche mese.

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