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Enrico Letta: "Non mi farò logorare"

Enrico Letta

Il premier: "A me non interessa lavorare per durare un giorno in più". Sul Porcellum: "La riforma elettorale è una grande problema da risolvere subito"

Andrea Tempestini
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In una giornata di grande movimento politico - con l'incontro al Colle tra i capigruppo del Pdl e Giorgio Napolitano prima e il vertice degli azzurri poi -, il premier Enrico Letta interviene e spiega: "Non mi farò logorare". Nonostante le rassicurazioni di Silvio Berlusconi, il dubbio è che dopo la condanna della Cassazione al Cav le larghe intese possano precipitare. Il clima resta tesissimo. Il premier, da par suo, spiega come "il logoramento ci sarà nel momento in cui non si potranno più compiere fatti", in caso di paralisi parlamentare, insomma. Letta aggiunge: "A me non interessa lavorare per durare un giorno in più. Il tema principale è fare e realizzare il programma, dando agli italiani cose che possano toccare con mano. Fare per agganciare la ripresa, così che consenta fatti positivi". "Tutto ma non la crisi" - Il presidente del Consiglio ha ribadito che "questa appena iniziata è una settimana decisiva e importante perché il Parlamento può approvare una serie di provvedimenti che hanno misure importanti per il lavoro, le imprese, i cittadini. Bisogna che in questa settimana si dia una risposta in tema di concretezza e stabilità", ha spiegato da Bolzano, al termine di un incontro con il governatore Durnwalder. Il premier ha poi ricordato quali sono le urgenze a cui è necessario dare risposta: "Penso che ci sia bisogno di stabilità e ci sono segnali di consapevolezza di questo bisogno. In Italia occorre tutto - ha aggiunto - furché una crisi politica dagli esiti incerti. Gli italiani chiedono stabilità e risposte concrete. La stabilità paga, la dimostrazione è il fatto che oggi gli indicatori dei tassi di interesse è sceso ai minimi da molto tempo a questa parte". Sul Porcellum - Nel suo intervento, Letta ha parlato anche della riforma del Porcellum: "C'è il grande problema di una legge elettorale, senza la quale le elezioni darebbero una ulteriore situazione di instabilità. Per la legge elettorale - ha spiegato il premier - occorre una procedura d'urgenza, a settembre in commissione e a ottobre si vada in aula. Occorre dare - ha concluso - un segnale che si vogliono superare i motivi di instabilità".

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