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Berlusconi pronto a tutto. Anche a vendere Mediaset

Fedele Confalonieri

"Fidel" spiega a Berlusconi: "Un governo di transizione potrebbe farti fuori sfruttando il Biscione". Ad Arcore è consiglio di guerra permanente

Andrea Tempestini
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Ad Arcore è in corso un vero e proprio consiglio di guerra permanente. Dopo la condanna a Silvio Berlusconi si naviga a vista. Le evoluzioni delle ultime ore hanno marcato un aumento della tensione. Le dichiarazioni di Guglielmo Epifani, che chiede al Cavaliere un passo indietro, hanno fatto infuriare l'ex premier, che si dice "pronto a tutto", anche a far cadere il governo Letta, "perché il Pd deve capire che sono il leader del Pdl. E deve sapere che se vuole che il governo rimanga in piedi non può continuare a vergognarsi di noi". L'attesa - Un po' falco e un po' colomba, Berlusconi è corroso dai dubbi e dalle preoccupazioni. Attende un segno da Giorgio Napolitano ma è conscio del fatto che il Colle fatica a trovare un possibile salvacondotto. Attende, ma si prepara a qualsiasi scenario. Compreso quello del crollo delle larghe intese, che secondo Daniela Santanchè è imminente: "Il 16 agosto inizia la nostra campagna elettorale", ha spiegato. Silvio si prepara alla sfida, discute con i consiglieri più fidati. O meglio, con la famiglia. I figli, Marina su tutti. E quello che, per il Cav, è un fratello: Fedele Confalonieri. Governi forcaioli - Il punto è che politica e interessi economici si intrecciano fittamente. L'altro punto è che, come detto, il governo Letta potrebbe cadere. Ma non è detto che in questo caso si vada direttamente al voto: il Colle potrebbe esplorare nuove maggioranze, e l'unica possibile, oggi come oggi, sarebbe quella con Pd e M5S. Un governo forcaiolo di transizione che cercherebbe, oltre alla prossima interdizione, di far fuori Berlusconi con l'incompatibilità. Confalonieri continua a ripeterlo a Silvio: "Occhio. Se quelli fanno un esecutivo ti incastreranno per Mediaset". Biscione addio? - A Villa San Martino comincia così a farsi strada la scelta più difficile. Almeno si comincia a parlarne: vendere Mediaset per evitare di cadere nella trappola di una possibile legge sul conflitto di interessi. La posta in gioco è altissima, tanto che Berlusconi - anche se continuano a filtrare i suoi pensieri e le sue parole - si è trincerato in un silenzio "ufficiale" che durerà almeno fino a Ferragosto, isolato con la sua famiglia e con Confalonieri. L'assedio - Fidel, da par suo, ripete all'amico che, ora, c'è in ballo la sua vita intera. Confalonieri, come fosse un mantra, spiega: "Prima c'è il presidente, poi le aziende". Prima Silvio, poi Mediaset. "Perché senza il presidente non ci sono neanche le aziende". Ma ora che l'assedio sta fiaccando Berlusconi, ora che lo hanno condannato, ora che gli argini sono stati rotti, per salvarsi il Cavaliere deve prendere in considerazione anche un'ipotesi che ha sempre ritenuto sciagurata: liberarsi del Biscione. Anche se l'azienda è in ripresa. Anche se la pubblicità va bene. Le reti televisive, ora, potrebbero definitivamente ingabbiare Berlusconi. "Piuttosto vendiamola. La libertà viene prima di tutto", spiegano Marina e Confalonieri al Cav.

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