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Berlusconi, il suo destino in mano a un giudice

Silvio alla resa dei conti: visto da Benny

La scadenza del 15 ottobre si avvicina. Entro quella data l'ex premier dovrebbe decidere tra domiciliari e servizi sociali. Poi ogni sua mossa sarà decisa da un giudice

Ignazio Stagno
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Silvio Berlusconi per ora resta alla finestra. Dopo la nota del Colle che apre ad una possibile ipotesi di grazia, Berlusconi non commenta le decisioni di Napolitano. L'ex premier secondo alcune indiscrezioni starebbe studiando la prossima mossa insieme ai suoi legali. “Io davvero non so che dire, non so bene come giudicare tutto questo. Ci sono passaggi che sembrano andarmi incontro, altri che non si capiscono, alcune sembrano aperture, altre no, anche la questione dell'agibilità politica, se resta con le pene accessorie o no non è chiaro. E questo è un punto cruciale. Devo riflettere, devo vedere quali possono essere le prossime mosse. Perché per me continua ad essere insopportabile l'idea di dover scontare una condanna per una colpa che non ho commesso. Io sono innocente, e mi indigna passare per colpevole, dovermi trovare privato dei miei diritti politici, della mia libertà personale. Tutto questo è intollerabile”, queste le parole del Cav raccolte dal Corriere. Chiedi la grazia - Gli avvocati, Ghedini e Longo, sono in pressing su Silvio perchè si convinca a chiedere la grazia. "Se andiamo alla crisi per te sarà peggio, non avrai più alcuno scudo, mentre se accetti la sentenza manterrai quello del governo e quello del Quirinale”, avrebbero detto i suoi legali al Cav. Insomma nell inner circle di Berlusconi c'è un cauto ottimismo. Ma grazia a parte resta il nodo sull'agibilità politica. Lì si apre una nuova partita. Non è stato ancora chiarito il ruolo del Cav qualora venisse affidato ai servizi sociali. Le scadenze -  Il tempo stringe. Entro il 15 ottobre Berlusconi dovrà scegliere come scontare la pena: domiciliari o servizi sociali. Questo il bivio. Sulle sue dimissioni da senatore il Cav non ha ancora deciso. I nodi da sciogliere sono tanti. Ma le decisoni vanno prese in fretta. Dopo il "no" di Marina ad un impegno in politica l'agibilità del Cav diventa un nodo cruciale. Se il Cav dovesse essere fatto fuori dai giochi un'eventuale campagna elettorale per Forza Italia sarebbe tutta in salita. I falchi avvertono Silvio: "Non cadere nelle trappole". In mano alle toghe - Intanto comunque vada il destino di Silvio per il momento resta in mano alle toghe. I giudici saranno l'ago della bilancia per l'agibilità politica del Cav. Se dovesse decollare definitivamente l'ipotesi di un voto anticipato il Cav per qualunque mossa, interviste, comizi o incontri politici dovrebbe chiedere l'autorizzazione ai giudici di sorveglianza. Infine c'è attesa per la decisione della Corte d'appello di Milano che dovrà sciogliere il nodo sull'interdizione dai pubblici uffici. Ricordiamo che la pena accessoria per il momento è sospesa e dovrà essere ridefinita dai giudici di secondo grado. Il Pg della Cassazione aveva chiesto una riduzione da 5 a 3 anni. Il verdetto della corte probabilmente sarà quello più atteso. In mezzo c'è la possibilità del Cav di candidarsi alle prossime elezioni. E con Marina (momentaneamente) fuori dall'arena, la candidatura del Cav sarebbe quasi scontata. (I.S.)    

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