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La profezia de L'Espresso: "Pietro Grasso sostituirà Napolitano"

Pietro Grasso

Secondo il settimanale di De Benedetti, il presidente del Senato ha "l'identikit perfetto per il dopo Re Giorgio". E a quanto pare in largo del Nazareno sono già a lavoro

Ignazio Stagno
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C'è una figura che nellla "grande tribolazione" del governo e della maggioranza di questi giorni, appare serafica e sorridente: Pietro Grasso. Il presidente del Senato si è ritagliato un ruolo defilato. E' meno rumoroso della Boldrini, sa centellinare le sue entrate a gamba tesa sul governo, passa le sue giornate a mandare messaggi e telegrammi a tutti i famigliari di chi scompare o alle associazioni che stanno vicino ai più deboli. Grasso studia da leader silenzioso. Dopo aver dismesso i panni del magistrato, col doppiopetto si trova a suo agio. Il vice-Re Giorgio detta l'agenda -  Nei giorni scorsi, subito dopo la sentenza della Cassazione che ha inchiodato il Cav sul muro del processo Mediaset, Grasso, ignorando la imparzialità istituzionale che il suo ruolo gli impone ha iniziato a dettare l'agenda al governo, quasi come fosse un portavoce di Napolitano. "Bisogna cambiare la legge elettorale, la riforma della giustizia può attendere". E ancora: "Il parlamento e il governo devono agire subito per una legge sulle unioni civili e lo ius soli". E infine la bordata: "Se cade il governo sono possibili altre maggioranze". Le sue uscite sono quelle di un  premier. Da presidente del Senato ha solo la poltrona, per il resto parla poco, ma quando lo fa ha la pretesa di essere ascoltato come un presidente del Consiglio. Grasso Capo dello Stato -  Ed è in questo quadro che da l'Espresso, settimanale di De Benedetti e vox del Pd che arriva una proposta che ha il sapore di un retroscena già scritto: "Pietro Grasso potrebbe sostituire Giorgio Napolitano al Quirinale, se il Capo dello Stato dovesse dimettersi". Insomma per lo storico settimanale "rosso", a quanto pare in Largo del Nazareno stanno già preparando il terreno per lanciare l'ex magistrato al Colle. "Così, rarefatto tra le nuvole degli ideali, l'ex giudice di Licata aspetta, come recita il motto siciliano, chi passa la china, che passi la tormenta degli eventi, quasi equidistante dal suo Pd (che per correttezza istituzionale ignora), da Berlusconi (cui non dispiace certo il non esser disturbato, di questi tempi), ma perfino dal M5S. L'identikit perfetto per un dopo Napolitano, nel caso che le vicende di casa precipitino all'improvviso, portando Re Giorgio a dimissioni anticipate", racconta l'Espresso. Per Grasso sarebbe un doppio salto mortale in poco meno di dodici mesi. Dalla toga alla poltrona più alta senza nemmeno prendere un voto, grazie al Porcellum. (I.S.)

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