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Berlusconi frena Fitto: "Il leader è Alfano"

Silvio Berlusconi

Le perplessità di Berlusconi sui "lealisti". L'ordine: "Ora serve un partito unito". E quel vecchio rancore con l'ex governatore pugliese...

Andrea Tempestini
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L'operazione-congresso, e l'azzeramento delle cariche - il piano proposto dal leader "lealista", Raffaele Fitto - non piace a Silvio Berlusconi. Chi lo ha sentito domenica, cita le parole del Cavaliere: "Non ci si può dividere". L'ex premier, insomma, non benedisce l'operazione dell'ex governatore della Puglia (con il quale i rapporti sono guasti da tempo, dall'epoca della sconfitta in Puglia, quando l'ex ministro impose un suo candidato poi sconfitto da Nichi Vendola). Cav punta su Alfano - Berlusconi ripete: "Voglio un partito unito, è la cosa più importante. E chi può tenerlo assieme è Angelino Alfano". Nonostante le frizioni, l'ex premier scommette sul segretario. Ovvio, non digerisce l'intervista con cui Fitto al Corriere della Sera ha lanciato la sua opa sul Pdl. "Queste cose dividono - ha aggiunto il Cav -, non servono a trovare l'intesa. Non possiamo permetterci spaccature oggi". I posizionamenti - Nel merito, le posizioni dell'ex governatore pugliese non sono molto distanti da quelle di Silvio, che come Fitto teme una deriva centrista-democristiana del Pdl. Ciò che a Berlusconi non piace, invece, è la richiesta di un congresso (una formula sgradita) e, comunque, la sfida lanciata ad Alfano, trafitto con toni molto duri ("subalterno alla sinistra"). La sfida, nel Pdl, è aperta. Questa è l'ora dei posizionamenti. Alfano la potrebbe spuntare, forte dell'appoggio di Berlusconi. Ma lo spettro della scissione continua ad incombere.

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