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Renzi disperato cerca di fare fuori pure Draghi. Banche e truffe, la mossa sporca. E Mattarella...

Eliana Giusto
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Matteo Renzi per non correre il rischio di essere massacrato dai Cinquestelle si sta trasformando nel grande inquisitore del sistema bancario puntando il dito non solo contro le regole che lo governano ma anche e soprattutto chi lo gestisce. In questo senso vanno lette le sue dichiarazioni sulla Commissione parlamentare sugli istituti di credito presieduta da Pierferdinando Casini: "Chi ha sbagliato deve pagare. Non è populismo, è giustizia". E a questo punto il Pd, come riporta il Giorno, sta cavalcando la battaglia per inchiodare Bankitalia e Consob alla crisi bancaria: "Valuteremo dai verbali se fare il confronto all'americana", dice il presidente dei democratici Matteo Orfini. Il primo ad essere ascoltato martedì sarà Monte dei Paschi di Siena, e così tutti gli altri protagonisti fino ad arrivare al governatore di Bankitalia Ignazio Visco (probabilmente entro la fine di novembre quando cioè "tutte le storture saranno emerse con nitidezza") e addirittura, pare, il presidente della Bce, Mario Draghi, che era governatore della Banca d'Italia al momento dell'acquisto di Banca Antonveneta da parte di Mps.  In questo scenario, al Quirinale regna l'inquietudine. Al Colle non piace per nulla questo gioco al massacro, soprattutto per le conseguenze che questa nuova inquisizione può avere Oltralpe. Certo, bisogna accertare come sono andate le cose, ma il timore del presidente della Repubblica è che ci si stia dimenticando che ci sono organi anche internazionali con cui fare i conti. E soprattutto aleggia una domanda: dove si vuole arrivare? 

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