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Umberto Del Basso De Caro, indagato il sottosegretario del Pd: tentata concussione

Andrea Tempestini
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Il sottosegratrio Pd alle Infrastrutture, Umberto Del Basso De Caro, è indagato con l'accusa di tentata concussione. Già, perché secondo gli atti dell'inchiesta, minacciava una "guerra nucleare" se non fosse stato allontanato dall'ospedale di Benevento un dirigente che, a suo avviso, vessava la moglie. La procura di Benevento, per inciso, gli contesta anche il voto di scambio, riferendosi al pacchetto di preferenze che gli sarebbe stato garantito da un funzionario Asl in cambio di un trasferimento con un "ruolo organizzativo". La vicenda viene rivelata dal Corriere della Sera, che fa sapere come l'avviso di conclusione delle indagini preliminari è stato notificato, oltre che al sottosegretario, anche alla compagna Ida Ferraro e a Rita Cardone, sorella di un ex consigliere comunale di Benevento, che di fatto fu trasferita dall'Asl all'ospedale Rummo del capogruppo sannita. Nei confronti delle due donne è ipotizzato il solo concorso in voto di scambio. Ad inguaiare il sottosegretario sono state alcune intercettazioni telefoniche che risalgono al 2013, nell'ambito di un'altra inchiesta. Il 27 febbraio di quell'anno, Del Basso De Caro, appena eletto deputato, parlò con Nicola Boccalone il quale, pur essendo suo avversario politico, lo chiamò per congratularsi. Boccalone, dal 2011 era direttore generale dell'ospedale Rummo. Ma il neoparlamentare è furibondo poiché ritiene che la sua compagna, Ida Ferraro, responsabile degli affari legali di Rummo, sia perseguitata da un dirigente. Dunque, chiede che sia allontanato: "Ci sono persone che prima te le togli da davanti e meglio è per tutti. Diversamente io sono costretto a fare la guerra con gli strumenti che ho io a disposizione, che sono nucleari". Dunque, una seconda intercettazione, dalla quale emerge che Rita Cardone avrebbe offerto a Del Basso De Caro un pacchetto di voti in cambio di una "posizione organizzativa" all'interno dell'ospedale. Così la Ferraro spiega al compagno le condizioni poste dalla Cardone: "Vuole: uno, che Boccalone se ne va; due, tornare al Rummo, e tre, una posizione organizzativa". Un grosso guaio, insomma. Ma Del Basso De Caro fornisce una sua spiegazione dei fatti: "Ho ricevuto un'informazione di garanzia relativa a un unico episodio verificatosi cinque anni or sono. La condotta contestatami è stata riferita esclusivamente a un'intercettazione telefonica di conversazione intervenuta tra me e l'allora direttore generale dell'Azienda ospedaliera di Benevento. In questo enorme arco temporale - continua - non sono mai stato sottoposto a interrogatorio. Oggi, a fine legislatura, la questione si ripropone come un fiume carsico. Conservo intatta la mia serenità nella certezza di poter dimostrare la mia assoluta estraneità a qualsiasi ipotesi di reato ipotizzata a mio carico, seppure nella forma del tentativo". Dunque, Del Basso De Caro, dopo aver ribadito il suo rispetto per la magistratura, afferma di essere pronto a "chiarire la mia posizione".

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