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Renzi vuole sucidarsi. Il colpo di grazia? Approvare lo ius soli

Benedetta Vitetta
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Il rischio di sconfitta è altissimo visto che i numeri non ci sono, ma lo stato maggiore del Pd ormai è deciso a forzare la mano per provare a varare la legge sullo ius soli. Sarebbe l'ultimo atto della legislatura: "anche perdendo sul campo", si legge in un odierno articolo de La Stampa, "darebbe il senso di una battaglia sui valori. Insieme a quella sul fine vita, lo ius soli è la legge che darebbe maggiormente un profilo di sinistra al Pd, con un riflesso a doppio taglio: se la bocciatura in aula potrebbe essere rivendicata in campagna elettorale come la dimostrazione che il Pd ci ha provato sul serio. A varare una riforma che, pur godendo di scarso consenso nel paese, bilancerebbe la politica sui migranti giudicata troppo dura dalla sinistra. Ma, dall'altra parte, una bocciatura sortirebbe il doppio effetto negativo di avere un governo indebolito da un voto di sfiducia senza aver portato a casa la legge". "Noi proveremo a forzare per approvare lo ius soli", sostengono gli uomini del segretario, mettendo subito le mani avanti, "bisogna vedere come si comporta il governo". Ma se il governo frena è anche perché il Colle non gradisce l'ipotesi di un premier sfiduciato in tempi di massima incertezza sul futuro: e questa circostanza è nota a chi ha voce in capitolo. Il leader Pd e i suoi generali sono consapevoli che la legge sulla cittadinanza non ha una maggioranza. Ci sono due scuole di pensiero su come metterla ai voti: utilizzando il voto di fiducia o non utilizzandolo, per non coinvolgere il governo. In ogni caso il Senato dovrebbe correre. "La Camera" secondo quanto scrive il quotidiano di Torino, "consegnerebbe la manovra il 19-20 dicembre, che dovrebbe essere votata con la fiducia al Senato entro il 21. E il 22-23, nell'ultimo lasso di tempo prima di Natale, si tenterebbe l'impossibile".

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