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Matteo Salvini chiede tre milioni all'avvocato Brigandì: "Fu infedele alla Lega"

Eliana Giusto
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L'avvocato Matteo Brigandì, ex parlamentare della Lega e difensore di Umberto Bossi in passato, sarà processato per infedele patrocinio e auto riciclaggio. Secondo il pm milanese Paolo Filippini, rivela il Corriere della Sera, Brigandì, per assicurarsi il pagamento dei suoi compensi professionali, ottenne dal Tribunale di Pinerolo un decreto ingiuntivo nei confronti della Lega per 1,9 milioni che gli fu notificato in qualità di avvocato dello stesso partito. Leggi anche: Matteo Salvini, l'allarme di Umberto Bossi dopo Macerata: "Se continua così finirà malissimo" L'avvocato del Senatur, senza dichiarare il proprio conflitto di interessi, non ha però fatto opposizione al decreto che così divenne esecutivo consentendogli di incassare nel 2013 tutta la somma. Il denaro, secondo l'accusa, dopo essere stato investito in Italia in una polizza assicurativa sulla vita è stato poi trasferito su un conto corrente bancario in Tunisia. Brigandì, rinviato a giudizio dal gup Manuela Cannava, dovrà comparire di fronte ai giudici della decima sezione penale del Tribunale di Milano il 9 maggio. Matteo Salvini, segretario della Lega, si è costituito parte civile chiedendo tre milioni di euro di risarcimento.

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