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Luigi Di Maio fregato da Roberto Fico: "Arriveremmo alla rottura nel M5s", il ricatto che lo ha fatto fuori

Giulio Bucchi
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Non c'è bisogno di attendere lunedì, quando con ogni probabilità Roberto Fico assumerà dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella un altro mandato esplorativo per formare un governo. La verità è che il presidente della Camera, silenziosamente, ha già messo nel sacco Luigi Di Maio. A meno di una (clamorosa) accelerazione che porti Matteo Salvini a rompere definitivamente con Silvio Berlusconi ed entrare, lui solo in quota Lega, in un governo con il M5s, Di Maio sa che le sue possibilità di diventare premier si sono ufficialmente azzerate. Fico, il più a sinistra dei grillini, avrà un solo obiettivo: sondare il Pd per l'eventualità di un appoggio ai 5 Stelle, ma la condizione ovvia è che a Palazzo Chigi non si sieda Giggino. E magari, premier potrebbe diventare proprio "l'esploratore" Fico.  Leggi anche: "Con quel nome...", Berlusconi umilia Fico in pubblico Di fatto, però, a fregare Di Maio non è stato tanto Berlusconi quanto la fronda interna dei 5 Stelle. "Una qualsiasi apertura a Berlusconi metterebbe in crisi il Movimento. Arriveremmo alla rottura tra di noi", sarebbe stato l'ammonimento di Fico rivolto direttamente al candidato premier, stando a un retroscena di Augusto Minzolini sul Giornale. Sentimento espresso da altri duri e puri pentastellati: "Ma come facciamo ad avere un qualsiasi rapporto con Berlusconi - parola del senatore Nicola Morra - se nell'assemblea congiunta dei gruppi, Di Maio ha confermato il veto su di lui?". "L'ipotesi di una rapporto con Berlusconi non è possibile - conferma  Emilio Carelli, consigliere di Di Maio ed ex dipendente del Cav al Tg5 -: e non per Di Maio. Dentro il Movimento la situazione è complicata: Luigi ha dovuto dare la presidenza della Camera a Fico, altrimenti aveva 50 deputati che gli avrebbero votato contro".

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