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Luigi Di Maio e la frase sul conflitto d'interesse: cosa c'è dietro

Matteo Legnani
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Sarà che quella che va in onda stasera sarà l'ultima puntata di "Quinta Colonna", il programma condotto da Paolo Del Debbio su Rete4. Forse è anche per questo che, uscito dal secondo giro di consultazioni con Roberto Fico, Luigi Di Maio ha ritirato fuori il tema del conflitto d'interessi, dicendo che serve una legge con la quale chi possiede incarichi politici non possa avere tv o giornali. Un attacco evidente a Silvio Berlusconi e Mediaset, quale solo la sinistra di quindici-vent'anni fa aveva portato, senza peraltro poi concludere nulla a riguardo. Maurizio Belpietro, col suo "Dalla vostra parte", non va più in onda da alcune settimane e anche a Mario Giordano è stata tolta la rubrica-editoriale che aveva nel corso di "Stasera Italia", il programma che aveva preso il posto di quello di Belpietro. Troppo "populisti" è stato scritto e commentato da più parti, tanto da essere più in linea con partiti come la Lega e i 5 Stelle che non con Forza Italia, il partito del padrone di Mediaset. Dal Biscione, naturalmente, smentivano, sostenendo cali di audience quali motivi per l'allontanamento dei giornalisti dalle reti di famiglia. Ora l'uscita di Di Maio sul conflitto d'interessi. E da fonti parlamentari si apprende, come riporta l'agenzia giornalistica LaPresse, che nelle intenzioni del leader pentastellato ci sarebbe "solo" la necessità di avere una informazione più libera, soprattutto dopo la chiusura di alcune trasmissioni di approfondimento giornalistico di Mediaset, che tanto facevano gioco (oltre che alla Lega) ai 5 Stelle. Leggi anche: Del debbio e Belpietro via da Mediaset: cosa c'è davvero dietro

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