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Ponte Morandi, Antonio Di Pietro: "Lo stop alla convenzione è peggiore del male, ci guadagna solo Autostrade"

Cristina Agostini
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"Il controllo spetta al concedente che a norma della convenzione firmata ha il diritto dovere di monitorare la buona esecuzione dei lavori, la perfetta manutenzione e i continui interventi di ripristino. Tutto ciò dal 2007 al 2012 è stato appannaggio dell'Anas. Ma dal 2013, stando a una norma di legge, è diventato direttamente compito del ministero delle Infrastrutture e in particolare è stata istituita una struttura ad hoc che si chiama Vigilanza sulla concessione autostradale". Antonio Di Pietro, in una intervista al Corriere della Sera, spiega così che se "è vero che c'è una responsabilità da parte di Autostrade sull'omessa manutenzione e sull'omesso ripristino, è anche vero che "c'è un omesso controllo da parte del ministero delle Infrastrutture". Leggi anche: Lo zampino di Prodi: così i Benetton si sono presi Autostrade Sugli allegati secretati, Di Pietro dice: "Io non ho secretato nulla. Ricordo che ogni secretazione deve essere fatta con un provvedimento. E allora faccio un appello: tiriamo fuori il provvedimento che ha disposto il segreto e vediamo cosa c'è scritto e chi l'ha firmato". Secondo Di Pietro la revoca della concessione ad Autostrade "è la soluzione peggiore del male. Un danno per lo Stato. Perché difficilmente porterà a un risultato adeguato. Il rischio è che l'unico a guadagnarci sarà Autostrade".

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