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Manovra, Giovanni Tria e la telefonata con Sergio Mattarella: "Resto per spirito di patria"

Cristina Agostini
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E' stato Sergio Mattarella a fermare Giovanni Tria, pronto a dare le dimissioni pur di non cedere a quel 2,4 per cento. "Non lascio solo per il bene della nazione, lo faccio per patriottismo - dice in tarda serata il ministro dell'Economia, secondo quanto riporta Repubblica - Si rischierebbe una tempesta finanziaria, getteremmo il Paese nel caos". Leggi anche: Cosa c'è dietro l'azzardo di Di Maio e Salvini: "Ora l'Europa..." La giornata comincia malissimo per Tria quando scopre che se non concederà il 2,4 ai grillini l'interim dell'Economia andrebbe a Giuseppe Conte ma di fatto a Paolo Savona. Poco prima aveva detto a Giancarlo Giorgetti: "Io posso arrivare al 2, forse al 2,1%. Di più rischiamo di scatenare i mercati. Se insistono sul 2,4%, non posso partecipare al consiglio dei ministri". Poi dal Quirinale partono due telefonate. La prima è diretta al presidente del Consiglio, a inizio pomeriggio. Mattarella chiede di non offrire a Luigi Di Maio la testa di Tria e si appella al rispetto delle compatibilità di bilancio: deficit al 2 per cento. Niente da fare. La seconda telefonata è con Tria. Il presidente della Repubblica lo prega di resistere per non compromettere la credibilità sui mercati e in Europa e soprattutto, per evitare di scrivere una legge di stabilità spregiudicata. Insomma, per ridurre i danni.  

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