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Mario Monti & Co, i padri degli sprechi: chi e come ha gettato 300 miliardi nel water

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Davide Locano
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Luigi Di Maio non è Alcide De Gasperi. Lo sappiamo. L'idea di aumentare il debito pubblico per dare il reddito di cittadinanza ai falsi poveri è anti-economica. Per questo gli operatori del mercato non si fidano di questo governo: indebitarsi per investire va bene, non per sprecare. In tanti cercano di far cambiare idea a Giggino, invano. Alle fine aumenterà il rosso dello Stato e gli italiani dovranno fare nuovi sacrifici fiscali: più tasse. Non è il massimo per quello che si definiva come il «governo del cambiamento», ma non muore certo nessuno. Attualmente l'indebitamento finanziario dello Stato è a 2.340 miliardi. Dieci più, dieci meno non fa differenza. L'importante è ripagare chi compra titoli di Stato. E su questo l'Italia non dà segni di pericolo. Per questo dà fastidio che la Ue e l'opposizione italiana, soprattutto il Pd, gridino allo sfascio sulla nostra pelle. Proprio loro, senza scordare il senatore a vita Mario Monti, che invece non solo non hanno combinato niente a Palazzo Chigi, ma - cosa ben peggiore - ci hanno portato sul baratro finanziario senza che qualcuno urlasse al disastro. Leggi anche: "Prostata infiammata?": Marcello Veneziani fa a pezzi Mario Monti SENTI CHI PARLA Sentite cosa dice Monti: «La valutazione del mercato di questi primi mesi del governo italiano, mi sembra molto negativa. Naturalmente non c'è limite al peggio, ma spero che non dovremo constatarlo». E Renzi? «Stanno scherzando col fuoco. E il conto lo pagheremo tutto, fino all'ultimo centesimo, noi cittadini italiani». Gentiloni invece sostiene che «la proposta del governo rischia di compromettere il cammino fatto fin qui dai precedenti governi che non ha risolto i problemi ma ha rimesso in carreggiata l'economia. Insomma rischiano di portarci fuori strada, questo è quello che mi preoccupa». Il top però è Pier Carlo Padoan, ministro dell'Economia dal 2014 al 2018: «Questa manovra destabilizza la finanza pubblica del Paese, provoca danni ai titoli pubblici, ai bilanci delle banche, ai conti delle famiglie e delle imprese perché aumenta i costi di ogni finanziamento... la manovra mette a rischio i fondamentali del nostro Paese, deviando da un sentiero stretto di riforme e stabilità che abbiamo portato avanti in questi anni». ALTRO CHE «STABILITÀ» E allora vediamoli i numeri di questa «stabilità». Nel dicembre 2011, primo mese interamente di governo Monti, il debito pubblico si stabilizzò a quota 1898 miliardi. Ricordiamo che l'esecutivo dei tecnici, che varò l'austerity e introdusse il pareggio di bilancio in Costituzione, fu sostenuto da Forza Italia e Pd. Marzo 2018, ultimo mese del governo Gentiloni: debito pubblico a 2302 miliardi. In questi 6-7 anni tuttavia è accaduto qualcosa di epocale. La Banca Centrale Europea per spegnere la crisi, azzerò i tassi d'interessi e iniziò a comprare titoli di Stato da tutti i Paesi dell'Eurozona. A dicembre il programma degli acquisti terminerà e la Bce avrà in portafoglio oltre 360 miliardi di Btp, con durata media di 7 anni. Una manna, che però non ha impedito allo Stato italiano, guidato da Monti, Renzi e Padoan di aumentare la spesa pubblica (da 712 miliardi del 2011 ai 852 miliardi nel 2017) e le tasse (entrate tributarie salite da 411 a 455 miliardi). Ecco chi ha scherzato col fuoco. di Giuliano Zulin

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