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Franco Bechis, l' ultima corbelleria grillina: vietato assumere se si vota 

Maria Pezzi
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Le prossime elezioni politiche e amministrative rischiano di diventare un campo di battaglia che impedirà di chiudere le operazioni ai seggi con corsi e controricorsi successivi che difficilmente potranno dare un risultato elettorale certo. Il rischio di questo caos nelle urne viene da una proposta di legge del M5S, prima firmataria Dalila Nesci, che è stata approvata in prima lettura alla Camera l' 11 ottobre scorso, e adesso è già passata al Senato. L' idea della legge - per carità, commendevole - è quella di combattere il malvezzo del voto di scambio, che soprattutto a Sud è assai diffuso. Ma per farlo si inventa nuovi metodi di voto che rischiano davvero di creare guai. La prima condizione è solo costosa, ma non provoca problemi: cambiare le urne. Per evitare che si inseriscano schede multiple o eventuali segni di riconoscimento al posto delle scatolone in cartone abituali, si prevede per ogni elezione la distribuzione di urne semitrasparenti in cui sia possibile vedere dall' esterno che cosa si infila. La seconda novità invece riguarda la cabina elettorale, che non sarà al riparo dagli sguardi come accade ora, ma dovrà essere aperta da un lato in maniera da poter essere in qualche modo controllata dagli scrutatori. E proprio questa è la buccia di banana. La parte aperta della cabina dovrà essere rivolta contro il muro, quindi non si comprende bene che tipo di controllo gli scrutatori potrebbero fare a meno di potere passare alle spalle di chi sta votando. SEGGI DA RIFARE - Ma le cabine dovranno essere costruite in maniera da non individuare il busto dell' elettore, ma consentire di poter capire se questo dentro fotografi la scheda per farla vedere a chi vuole essere certo del suo voto o porti documentazione di chi l' ha imbeccato. Proprio qui si rischia una serie di ricorsi infiniti come di battaglie interne al seggio, che potrebbero non fare terminare mai le operazioni di voto e creare file lunghissime durante la giornata. Perché anche senza alcun voto di scambio, la maggiore parte degli elettori italiani è anziana e specie quando la scheda è complicata e c' è la possibilità di scegliere i singoli candidati, la memoria spesso difetta e un fogliettino preparato a casa prima di andare al seggio aiuta l' operazione di voto. Se ognuno di questi dovesse essere contestato, le elezioni durerebbero giorni e giorni e con la probabilità che ogni decisione venga impugnata il risultato elettorale potrebbe non essere mai certo. Un caos totale. Ma ci sono anche altre novità che suscitano perplessità e la cui ragione sinceramente è difficile da comprendere. Prima: i pensionati non potrebbero più fare né gli scrutatori né i segretari di seggio, perché la nuova legge grillina stabilisce un' età massima di 65 anni per la loro scelta. Cosa c' entri l' età con il voto di scambio sinceramente è difficile da comprendere. C' è di più: almeno la metà degli scrutatori dovrà essere scelta nelle liste dei disoccupati. Ipotesi questa che aumenta assai il rischio di voto di scambio: chi non ha un lavoro ovviamente ambisce di averlo, e molti candidati potrebbero prometterlo in cambio di una crocetta ad esempio messa di straforo sulle schede bianche, o dell' annullamento alla stessa maniera delle schede conquistate dagli avversari politici. Per approfondire leggi anche: Tria furioso con Luigi Di Maio È molto più fruttuoso in tutta evidenza "corrompere" uno scrutatore piuttosto che un elettore che dispone del suo semplice e singolo voto. Fra le nuove regole anche quella che stabilisce che nessuno può fare lo scrutatore se ha rimediato o patteggiato una condanna di primo grado, o anche solo una multa, per un qualsiasi reato contro la pubblica amministrazione (oltre che per reati più gravi di associazione mafiosa e voto di scambio). Si può capire la ratio, ma la cosa grottesca è che con una sola condanna in primo grado o patteggiamento si può essere candidati ed eletti, ma non fare gli scrutatori ai seggi. C' è poi un altro articolo ancora della nuova legge assai strambo: stabilisce per 120 giorni all' anno in anni elettorali - i 60 giorni prima e i 60 giorni dopo la consultazione - il blocco delle assunzioni in qualsiasi società o ente pubblico o azienda speciale (escluse solo quelle quotate in Borsa) anche solo partecipata direttamente o indirettamente da un ente locale. REGOLE GROTTESCHE - Norma grottesca per due ordini di motivi. Primo: le assunzioni si fanno quando sono necessarie, e alcuni posti di lavoro sono fondamentali per il funzionamento dell' azienda. Se viene meno perché, ad esempio, il responsabile di quella funzione essenziale passa alla concorrenza il giorno x, non si possono aspettare 100 giorni per sostituirlo perché magari l' azienda non va avanti. Per altro se il politico per essere eletto promette un posto di lavoro nell' azienda pubblica, può esaudire il desiderio dell' elettore il 61° giorno dopo le votazioni e non cambierebbe assolutamente nulla. Quella della Nesci è il classico esempio di legge "etica" che non tenendo conto della realtà aggrava i problemi invece di risolverli. Anche perché salvo pochi idealisti gli elettori italiani fanno le loro scelte sulla base di un giustissimo e comprensibilissimo "voto di scambio": votano questo o quel partito, questo o quel candidato nella speranza così di potere migliorare la propria vita. È voto di scambio anche quello dato il 4 marzo scorso al M5S dalla maggioranza degli elettori del Sud: io ti voto e tu mi dai il reddito di cittadinanza, che è anche meglio di un lavoro perché non devo faticare per ottenerlo... di Franco Bechis

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