Luigi Di Maio avverte Sergio Mattarella: "Giancarlo Giorgetti non ci rappresenta", gli insulti al leghista
Dopo qualche mese di tregua armata è riesplosa la guerra tra Luigi Di Maio e Giancarlo Giorgetti. "Di Maio non conta più un cazzo", aveva detto il sottosegretario alla presidenza a maggio durante i giorni delle trattative per il contratto di governo e quando il grillino si era messo via le sue aspirazioni da premier. E ora la tensione tra i due è riemersa più alta di prima tanto che Di Maio ha detto ai suoi: "E' lui adesso che non conta più un cazzo". Legi anche: "Ma se non c'è Salvini io...". Di Maio, crollo di nervi totale Un messaggio che il vicepremier grillino ha fatto arrivare anche al Quirinale: a Sergio Mattarella è stato chiesto, riporta La Stampa in un retroscena, di cambiare interlocutore perché "Giorgetti non rappresenta la linea ufficiale del governo". Giorgetti sarebbe colpevole di respingere qualsiasi richiesta grillina: "Per me vale la parola di Matteo Salvini, di nessun altro", ripete continuamente Di Maio. L'ultima battaglia si è consumata lunedì 15 ottobre quando Di Maio voleva inserire le pensioni d'oro nel decreto fiscale e Giorgetti gli ha spiegato che non era possibile: "Basta, il Quirinale non deve parlare con lui, ma con noi" è stato lo sfogo. Quello che il vicepremier vuole rompere è proprio questo asse tra Giorgetti, il Colle e Mario Draghi. Anche se tra leghisti e pentastellati di governo Giorgetti è molto stimato: "Meno male che c'è lui".