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Bruno Vespa, il rischio altissimo sul decreto fiscale: "Forse non c'è più tempo per fermarsi"

Gino Coala
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L'uragano scoppiato all'interno del governo in poche ore può essere declassato a tempesta tropicale. Lo scontro sollevato da Luigi Di Maio sul decreto fiscale ha solo irritato Matteo Salvini e tutto il fronte leghista, senza ottenere però la reazione drastica che avrebbe portato alla rottura. Una rottura che Bruno Vespa sul Quotidiano nazionale vede molto difficile, se non inutile in questa fase, visto che non converrebbe a nessuno far cadere il governo, né tantomeno ci sarebbe la disponibilità da parte di Sergio Mattarella di ripartire con la giostra delle consultazioni. Leggi anche: Salvini, a poche dal Cdm detta le condizioni: "Ora voglio una copia del decreto" Il momento economico non lo permette, tanto più dopo il declassamento di Moody's, le lettere inviperite da Bruxelles sulla prossima legge di Stabilità e la tenuta dei conti italiani. Non è il momento di far saltare il banco per nessuno, per questo i leghisti accetteranno di buon grado una tregua. Le schermaglie non sono del tutto finite, però, il che lascia pensare che ben presto la tensione tornerà alle stelle, probabilmente dopo le elezioni Europee. A guardare più in generale la situazione in cui versa l'Italia, comunque, Vespa si interroga su eventuali ritocchi alla manovra per trovare l'accordo definitivo tra Lega e M5s: "Noi riteniamo che servisse una scossa al sistema dopo vent'anni di crescita mancata - scrive ancora il giornalista Rai - Ma se la scossa facesse crollare la casa (rating devastante, interessi alle stelle, sistema bancario distrutto) meglio fermarsi in tempo. Ammesso che ce ne sia ancora.

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