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Paolo Becchi, il rischio per Salvini dopo la svolta della Lega nazionale: "Se ricrea la Dc, perde identità"

Gino Coala
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Dopo la manifestazione della Lega a Roma con 80 mila persone arrivate da ogni parte d'Italia, il Carroccio come lo si conosceva in passato sembra aver cambiato quasi del tutto pelle. Lo sospetta il filosofo Paolo Becchi che sul ministro dell'Interno lancia un'ipotesi un po' provocatoria: "Salvini può ancora essere considerato il leader del sovranismo in Europa?". Leggi anche: Becchi, l'allarme: "L'errore che Salvini non deve fare con Juncker" La manifestazione romana ha ribadito che la "Lega non ha più confini", ha detto Becchi intervistato da lospecialegiornale.it. Quel che lo ha colpito però sono stati i personaggi citati durante l'intervento del ministro, da Alcine De Gasperi a Martin Luther King: "Miglio ormai non sembra quasi più nemmeno un ricordo per la nuova Lega nazionale. Giovanni Paolo II rappresenta il centro moderato fra il cattolicesimo di destra incarnato da Benedetto XVI e quello di sinistra espresso da Francesco. Martin Luther King è servito a dimostrare che la Lega non è affatto xenofoba e razzista come si tenta di dipingerla sui media. A questo punto - ha aggiunto Becchi - mi chiedo: dove si vuole arrivare con questi toni moderati? Citando De Gasperi e la sua idea di Europa?". Il timore di Becchi è che la svolta salviniana vada in una direzione ben diversa da quella immaginata con gli euroscettici Claudio Borghi e Alberto Bagnai: "Non un progetto nuovo dunque - chiosa Becchi - ma qualcosa di molto simile a quella Dc tanto forte nella Prima repubblica che ha guidato i destini del Paese per oltre cinquant'anni. Salvini forse pensa a creare un partito pigliatutto in grado di inglobare al proprio interno i moderati di Forza Italia, la destra della Meloni, il mondo cattolico e pezzi del M5s? Così però si rischia di perdere l'identità del partito".

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