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Mario Draghi amico dell'Italia? Così ha aiutato le imprese estere

Matteo Legnani
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Ha un nome complicato, Corporate Sector Purchasing Program (CSPP), ed è il fratello minore del programma di acquisto di titoli di Stato della Bce, il più famoso Quantitative easing. E, almeno secondo Bloomberg, avrebbe avvantaggiato la Germania e la Francia. O meglio, le loro imprese: il Cspp infatti riguarda i bond societari. Ma riavvolgiamo il nastro. Il quantitative easing, con tutti i suoi parenti, è finito in soffitta con il vecchio anno. A metà dicembre il board della Bce ha deciso infatti di sospendere gli acquisti netti di titoli. Tuttavia, per evitare turbolenze nei mercati (ieri lo spread ha chiuso a 251 punti base, in leggera salita), l' uscita dal Qe sarà graduale: Francoforte continuerà a reinvestire i titoli mano a mano che questi andranno in scadenza. Del resto, si consiglia cautela, viste le cifre in gioco. A più di tre anni e mezzo dal varo del Qe la Bce si ritrova in pancia oltre 2500 miliardi di bond, pubblici ma anche privati. Infatti, attraverso il Cspp, Francoforte ha comprato pure ingenti quantità di obbligazioni emesse da società private, escluse le banche, per un totale a oggi di quasi 180 miliardi di euro. Leggi anche: Antonio Socci rivela: "Vogliono commissariare l'Italia, Mario Draghi parla già da premier" Bond sovrani - Un programma che, come il suo omologo per i bond sovrani, ha contribuito a ridurre i differenziali di interesse pagati dalle imprese con sede nell' eurozona. Dei 180 miliardi di bond nel portafoglio della Bce, oltre 5 miliardi andranno in scadenza nel 2019 e dovranno essere reinvestiti. Una montagna di soldi che, secondo Bloomberg, negli ultimi anni sarebbe andata, in larga parte, a comprare obbligazioni emesse da imprese tedesche e francesi. E questo anche al di là di quanto fosse giustificabile sulla base dei criteri seguiti per gli acquisti di titoli di stato. Scorpacciata -  Per questi ultimi, la Bce segue il principio del capital key: compra bond sovrani in proporzione alle quote che le Banche centrali dei singoli Paesi detengono nel capitale di Francoforte. Certo, per il Cspp la chiave di capitale non si applica: la Bce decide in modo discrezionale quali obbligazioni acquistare secondo quanto avviene sul mercato. Niente di illegale, ci mancherebbe. Semplicemente rastrella i titoli che ci sono. E se le società francesi emettono più bond di quelle tedesche, la Bce comprerà più titoli francesi. Anche se, bisogna ammettere, l' aiuto c' è stato. Basta vedere la scorpacciata che ne ha fatto in Germania l' industria dell' auto, con l' ultima emissione da 4,25 miliardi di Volkswagen del novembre scorso, appena prima della fine del programma. Visto che la Bce non dice quanti titoli detiene di ogni impresa con il Cspp, Bloomberg ha provato a stimarli. L' esercizio è piuttosto semplice: dal lancio del programma, nel giugno 2016, a oggi le società hanno messo sul mercato 820 miliardi di obbligazioni. I 180 miliardi detenuti dalla Bce rappresentano il 22% del totale. In questo modo è possibile calcolare quanti bond di imprese tedesche, francesi e italiane siano stati comprati da Francoforte. In Francia sono stati emessi 246 miliardi di obbligazioni, in Germania 219 e in Italia 86. Applicando il 22% si rileva che la Bce detiene titoli di imprese francesi per 54,12 miliardi, tedesche per 48,8 e italiane per 18,26. Valori che, stando al criterio del capital key, dovrebbero essere ben diversi: Germania in testa a quota 40,2 miliardi, poi Francia (34,9) e Italia (21,2). di Michele Zaccardi

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