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Bruno Vespa si schiera con Matteo Salvini: "Che cosa non vi hanno detto sugli immigrati"

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Cristina Agostini
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E' "insensata" per Bruno Vespa la rivolta dei sindaci. Matteo Salvini, scrive il direttore di Porta a Porta nel suo editoriale su il Giorno, "aveva già vinto la sua battaglia riducendo a 22mila gli sbarchi nel 2018 contro i 119mila del 2017, limitati anche grazie alla cura Minniti rispetto ai 181mila del 2016", per questo "l'attacco di alcuni sindaci è tanto più sorprendente perché il famigerato decreto sicurezza si limita ad evitare che il permesso di soggiorno per i richiedenti consenta l'iscrizione anagrafica, pur costituendo documento di riconoscimento". Iscrizione anagrafica, sottolinea Vespa, "significa rilascio della carta d'identità che ha valore decennale. Quale persona di buonsenso può immaginare il rilascio di un documento di permanenza definitiva a persone che in gran parte si vedranno bocciata la richiesta di asilo?". Leggi anche: "Obiezione" anti-Salvini, si schiera anche Bagnasco: Chiesa, soldi e migranti, quel brutto sospetto Forse, spiega, "i cittadini non sanno è che il mancato rilascio dell'iscrizione anagrafica non impedisce agli immigrati di ricevere i servizi essenziali: servizio sanitario nazionale, scuola per i figli, accesso al lavoro se dopo sessanta giorni dalla presentazione della domanda di asilo la pratica non si è esaurita". Il vero dramma è un altro: "Su 40mila persone che negli ultimi anni si son viste riconoscere il diritto di asilo, solo 3200 hanno trovato un lavoro". E Luigi Di Maio che inizilamente ha sposato la linea dura del ministro dell'Interno, ora ha cambiato idea visto che "insieme con il premier Conte si è detto disponibile ad ospitare donne e bambini a bordo della Sea Watch", "scontrandosi duramente con Salvini, ma coprendosi con la sinistra interna. Noi italiani abbiamo il cuore grande, ma poi saranno gli uomini a raggiungere le loro donne in Italia (e questo sarebbe un precedente scivoloso) o le donne a raggiungere gli uomini chissà dove?".

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