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Il Pd perde voti, non quattrini: quanti milioni di euro si pappa grazie al due per mille

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Davide Locano
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Perde voti, consensi, ma donazioni no. Almeno quelle del due per mille. È lo strano caso del Pd, che ancora non si è ripreso dalla batosta del 4 marzo, è senza un leader, ha sondaggi non certo entusiasmanti e discute apertamente di archiviare il simbolo (Nicola Zingaretti non lo ha escluso, Carlo Calenda ha detto di essere pronto a candidarsi se non ci sarà il nome Pd). Eppure, nella classifica del due per mille, la quota che si può destinare ai partiti nella dichiarazione dei redditi, la fa da padrone. Il 44,76% di chi ha scelto di destinarlo, ha indicato proprio il Pd: si tratta di 487mila persone pari a 7 milioni di euro. Segue, subito dopo i dem, la Lega per Salvini premier che porta a casa 2 milioni di euro (187 mila elettori l' hanno scelta). Quindi, nella classifica, troviamo la Lega Nord per l' indipendenza della Padania, che è lo stesso movimento politico ma giuridicamente è un altro soggetto e dunque è riuscito a incassare 922 mila euro. Poi ci sono Fratelli d' Italia con 720 mila euro (erano 790mila nel 2017), Forza Italia con 637 mila (da 850mila) e tutti gli altri. Leggi anche: Malena umilia Renzi: "Chi gli preferisco" GRILLINI ASSENTI Il Movimento Cinque Stelle, primo partito italiano alle ultime elezioni politiche, non risulta nell' elenco perché non ha fatto gli adempimenti prescritti dalla legge. Infatti in base al disegno di legge 149/2013, partecipano alla destinazione del due per mille i partiti che hanno trasmesso il proprio statuto alla Commissione di garanzia degli statuti e per la trasparenza e il controllo dei rendiconti dei partiti politici e che la Commissione stessa abbia ritenuto essere conforme alle disposizioni di legge. Rispetto agli anni precedenti c' è stato in generale un calo, ma non di molto. Se si guarda al 2017, i contribuenti che hanno deciso di devolvere il due per mille ai partiti sono diminuiti di oltre l' 11% (dagli oltre 1,2 milioni agli attuali 1,08 milioni). Ma il vincitore non è cambiato: il Pd nel 2017 risultava sempre al primo posto, scelto dal 49% dei contribuenti (602.490) con 7,9 milioni di euro. Al secondo posto la Lega Nord per l' indipendenza della Padania al 14,07% (172.771) riceveva 1,89 milioni di euro mentre al terzo posto si piazzava Sel al 5,3%. In pratica, se si considera l' intera fetta destinata al due per mille, quasi la metà del gettito lo raccoglie il Pd. Segno che la fidelizzazione degli elettori del Pd è maggiore rispetto agli altri. O che gli elettori del Pd, più degli altri, ritengono utile finanziare il partito che votano. Difficile dire quale sia la risposta giusta. LA TORTA Ma quali sono i numeri complessivi di questa operazione? In tutto sono poco più di un milione (1.089.817), sugli oltre 40 milioni in totale (40.872.080), i contribuenti che hanno deciso di destinare il due per mille della propria dichiarazione dei redditi del 2018 ai partiti politici. Poco più di due su dieci. Rispetto alla dichiarazione del 2017 (sui redditi 2016) si tratta di un numero in lieve calo: lo scorso anno erano stati 1.228.311. È quanto emerge dai dati diffusi dal ministero dell' Economia e delle Finanze. Complessivamente ai partiti spettano 14.148.165 euro contro 15.315.289 euro dalle dichiarazioni 2017 (redditi 2016). Nel 2016 (redditi 2015), però, ai partiti erano stati destinati quasi tre milioni di euro in meno: 11.763.227 euro. di Elisa Calessi

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